Milano, la città dove si vive meglio. Figurarsi se fosse anche autonoma

Milano_skyline

di MONICA RIZZI – La classifica del Sole 24 dice molte verità, e cioè che la provincia e il suo capoluogo dove si vive meglio in Italia per mix di servizi, offerte sociali, culturali…. è quella di Milano. Ma non dice anche che è quella dove si lavora ma non si vive. Milano non è un’oasi felice. Arrivare dalla periferia metropolitana sulle Ferrovie Nord in Stazione Cadorna o da Malpensa, è un viaggio della speranza o della disperazione, a seconda del proprio credo religioso. Milano non è City Life, il quartiere dei calciatori e dei manager. E’ la sua tangenziale infinita, sempre ferma. Milano non è l’Expo, che ha lasciato qualche opera in più e tante altre ancora da finire dopo anni dal termine dell’evento. Milano non è i parcheggi. Gli alberghi si riempiono di arabi, americani, russi. Sono loro che portano il grano. I milanesi lo usano per pagare le tasse. Eppure, nonostante tutto, la milanesità riesce a rompere la barriera del suono e classificarsi in cima alla graduatoria nazionale. Non c’è molto da dire ma solo una domanda da fare: se Milano fosse il perno di una macroregione, se la Lombardia, come il Veneto, avessero autonomia finanziaria, di certo Bruxelles non si preoccuperebbe di verificare il rispetto del rapporto deficit/pil. Saremmo più avanti della Baviera, dei distretti del Nord Europa. Saremmo noi l’Europa che dà i parametri agli altri.

Quindi, classifica o non classifica, è una vittoria di Pirro. Tutti lo sanno, nessuno lo dice. Il Nord, da solo, se li mangerebbe tutti. Peccato.

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