Sono state emesse dal GIP Stefania Donadeo tre misure cautelari interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio di un operatore obitoriale dell’Asst Fatebenefratelli Sacco e del divieto di esercitare l’attivita’ di impresario funebre per due dipendenti di onoranze di MILANO e Baranzate. Le indagini, condotte dalla Polizia locale di MILANO e coordinate dalla Procura di MILANO, sono scaturite da quattro esposti, di cui uno della stessa direzione generale dell’Asst Fatebenefratelli Sacco, presentati alla Polizia locale e trasmessi agli uffici della Procura della Repubblica. In particolare, negli esposti si denunciavano atteggiamenti confidenziali tra impresari delle onoranze funebri e operatori obitoriali, i quali non solo consentivano agli impresari stessi l’accesso alla camera mortuaria senza che vi fosse richiesta dei parenti del defunto (come previsto dal Regolamento aziendale), ma consegnavano loro anche la documentazione relativa ai decessi e ricevevano in cambio denaro.
Le conversazioni intercettate a partire da febbraio 2021 si sono rivelate indicative di una diffusa pratica corruttiva. In particolare P.N.L.C., operatore obitoriale incaricato di pubblico servizio (57 anni), poneva in essere con continuita’ condotte contrarie alle disposizioni del “Regolamento aziendale per i decessi intraospedalieri e per l’accesso alle camere mortuarie” dell’Asst Fatebenefratelli Sacco, ricevendo contanti per compiere atti contrari ai doveri d’ufficio: comunicava i decessi che avvenivano in ospedale direttamente all’impresa funebre, indirizzava i familiari a specifiche onoranze funebri, millantando anche inesistenti convenzioni con il Comune di MILANO che avrebbero garantito prezzi calmierati, e consentiva l’accesso al personale delle imprese funebri alle camere mortuarie.
Prima “un’offerta di 200 euro”, poi la frase: “qui funziona cosi’, prendi i vestiti e vestila, se e’ una salma Covid non ti preoccupare che te ne do anche 400, i famigliari la vogliono vestita”. Era la proposta che, stando ad una sua denuncia, si sarebbe sentito fare un addetto della camera mortuaria dell’ospedale Sacco di Milano, nel novembre 2020, da un responsabile di un’impresa di onoranze funebri.
La gestione “dei servizi obitoriali dell’ospedale ‘Luigi Sacco’ di Milano – scrive ancora il gip – e’ patologicamente affetta da un radicato sistema” di Corruzione “intercorrente tra gli operatori” della camera mortuaria e “taluni impresari delle agenzie funebri operanti sul territorio di Milano”. Le misure interdittive hanno riguardato un operatore dell’obitorio che “segnalava” le salme in cambio di denaro e i due rappresentanti delle imprese di pompe funebri Sofam Ap srl e Maggiore. L’operatore indirizzava a queste imprese “i familiari dei deceduti”. Tra i vari episodi che emergono dall’ordinanza anche il racconto di un caso in cui, stando sempre ad una testimonianza, non sarebbero stati rispettati i protocolli anche se c’era il “sospetto” che una morte potesse essere attribuibile alla sindrome della cosiddetta “mucca pazza”.