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Migranti, anzi profughi, anzi clandestini. Con la carta d’identità per un anno liberi di fare e disfare. Cosa fanno le eccellenti prefetture e i governi non eletti? Un beato piffero

La protesta di alcuni abitanti di Gorino e Goro, sul Delta del Po ferrarese, che hanno eretto delle barricate per impedire il passaggio dei pullman che avrebbero dovuto portare alcuni profughi all'Ostello di Gorino, requisito dal Prefetto di Ferrara, Michele Tortora, per affrontare l'emergenza nel piano di accoglienza nazionale, 25 ottobre 2016. ANSA/ FILIPPO RUBIN

di GIUSEPPE LONGHIN – Visti gli ultimi accadimenti (morte di una donna e proteste nei centri accoglienza) e prese di posizione (sindaci e amministratori “in rivolta”) ora lo stesso Governo inasprisce le espulsioni e i controlli verso quelli che tutti oggi chiamano “migranti” e che fino a pochi giorni fa tutti chiamavano “profughi” e che a breve tutti chiameranno “clandestini” come io ho sempre fatto. Inasprimento governativo reale o col fine di chetare gli animi degli amministratori locali che impotenti più che mai vengono additati come responsabili della mancanza di sicurezza dai propri cittadini e raggirati da proposte “risolutive” non chiare e non definite? Possiamo considerare affidabile ad esempio lo SPRAR, sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati, che prevede l’assegnazione di 3 migranti ogni 1000 abitanti? No, non esistono norme di sicurezza tali da garantire che ai Comuni vengano assegnati davvero profughi bisognosi o semplici migranti economici privi di un documento di riconoscimento. Le Prefetture, sollecitate da sempre dal Governo a risolvere il problema non hanno ormai nessun controllo e sono svuotate dal personale necessario. Occorrono infatti 10/12 mesi per effettuare i controlli ed assegnare lo status di profugo e nel frattempo gli ospiti sono liberi di muoversi senza documenti, perlomeno fino a quando un sindaco compiacente non decida di assegnare loro carte di identità. Che il Governo si prenda le proprie responsabilità e non finga di allinearsi con le amministrazioni locali scaricando sulle prefetture decisioni proprie. Che le amministrazioni, sia provinciali che comunali diano voce ai propri cittadini. Un ennesimo appello, il mio, alla tutela e difesa del territorio, come sempre depredato di denari che ora mettono seriamente a rischio la sicurezza.

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