di ANGELO VALENTINO – Pronti via. Un rosario di braccia incrociate. Si va dai trasporti sempre in prima fila nelle mobilitazioni sindacali: venerdì 17 è l’Usb a fermarsi. I lavoratori aderenti del trasporto pubblico locale incroceranno le braccia dalle ore 8.30 alle ore 12.30, quelli del trasporto ferroviario dalle 9.00 alle 16.59, del trasporto merci dalle 9 alle 17, del trasporto marittimo l’intera giornata.
Se volate, ce n’è anche per il trasporto aereo ma per martedì 21 maggio: fermi gli iscritti alle sigle Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl-Trasporto Aereo, Cub e Usb; il personale di Alitalia di Anpac, Anpav, Anp; i piloti di Air Italy.
Ma che dire del 10 maggio? Fermo il pubblico impiego. Stop per dipendenti pubblici, scuola, Vigili del Fuoco e “tutti i lavoratori precari di qualsiasi tipologia contrattuale con esclusione dell’intero comparto scuola della Regione Sardegna”. Urca.
Il 17 maggio altro giro e altro regalo per l’università e la ricerca. Tutti a casa.
E cosa poteva mancare? I tribunali, e inizia l’Unione delle camere penali con il fermo degli avvocati dall’8 al 10 maggio. Già da lunedì 6 sono fermi i giudici di pace fino al 17 maggio. Ma toccherà anche dal 13 al 17 maggio, ai giudici onorari di tribunali e i vice procuratori onorari.
Nelle telecomunicazioni, si va dal 10 e dal 13 fino al 22 maggio e poi dal 30 maggio all’8 giugno: 120 minuti a fine turno, blocco degli straordinari, prestazioni aggiuntive, reperibilità e franchigia. Sperate di non avere guasti.
Ultimo ma non ultimo sciopero toccherà a pulizie e multiservizi per i lavoratiori di Anip-Confindustria, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci-Servizi, Unionservizi-Confapi.
Vi può bastare?
Se i contratti sono troppo poveri, i lavoratori si chiedano da cosa e da chi dipende. Magari se ci togliessimo dai piedi il maledetto cuneo fiscale, potremmo vivere tutti più felici e contenti. Ma siccome occorre mantenere un paese improduttivo, chi paga è chi lavora. O no?