Mafia Capitale. Se era la viceprefetto a passare notizie a Buzzi sul magistrato…

di SANDRA FISCHETTIprefettura

“Sono sincera: qualcosa l’avevo pensata , ma mai avrei potuto immaginare uno scenario di portata cosi’ disgustosa”. Linda Sandulli e’ il giudice del Tar del Lazio finito nel mirino di Salvatore Buzzi, quando una delle sue coop si ritrovo’ con l’appalto sospeso per la gestione del Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Castelnuovo di Porto. E non nasconde il suo stupore per quanto sta emergendo dall’indagine, ma insieme la sua soddisfazione per il fatto che “la verita’ sta venendo fuori” Le carte dell’inchiesta descrivono un’intensa attivita’ lobbistica del gruppo di Carminati per conservare la gestione del Centro, che poi invece per decisione del Tar fini’ alla cooperativa Auxilium.

Ma anche il tentativo di screditare il giudice Sandulli per quella sospensione dell’appalto, condotto sia spingendo alcune testate a scrivere di un conflitto di interessi del magistrato per una quota in una societa’ che fa manutenzione al Cara, sia sollecitando interrogazioni parlamentari sulla vicenda. E le intercettazioni rivelano anche che fu Paola Varvazzo, viceprefetto e per due settimane assessore nella giunta Zingaretti, a fornire a Buzzi le informazioni sul magistrato. E’ un quadro che “mi getta nello sconforto, prima ancora che come magistrato, come cittadino”, dice Sandulli, riferendo che quando parti’ quella campagna sulla stampa, querelo’ subito due quotidiani oltre allo stesso Buzzi.

Lei fu stupita di finire nel tritacarne: “di quella complessa vicenda il Tar del Lazio se ne era occupato in piu’ occasioni. Io ho fatto semplicemente un decreto, non facevo parte e non ho presieduto quel collegio giudicante, anche perche’ in quel periodo mi trovavo a Londra per ragioni di famiglia”. La cosa che la colpi’ e’ che qualche giornale pubblico’ anche suoi dati personali (a cominciare dalla sua eta’ ,dal suo ingresso e dalla sua carriera in magistratura), che pure erano “insignificanti” ai fini dell’appalto e che potevano venire, secondo Sandulli, solo “dal sistema della giustizia amministrativa”.”Sono stata presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati amministrativi e nell’esercizio del mio ruolo posso aver dato qualche fastidio e qualcuno ha cercato di farmela pagare. Sarebbe interessante capire come ha fatto un viceprefetto e assessore ad acquisire queste notizie su di me”. Che ci sia stata una “sinergia” tra soggetti diversi, con qualcuno dei ranghi della giustizia amministrativa, e’ qualcosa di piu’ di un’ipotesi teorica: “il mio sospetto e’ avvalorato dal fatto che il Csm dei magistrati amministrativi un mese fa ha presentato una denuncia contro ignoti proprio per le fughe di notizie che ci sono state su miei dati riservati”.Dell’esito di questa denuncia Sandulli non ha notizie. Ha invece piu’ di un’aspettativa dall’indagine che ha svelato la mafia romana: “penso che emergeranno altre cose…”.

(Ansa)

 

Print Friendly, PDF & Email
Default thumbnail
Articolo precedente

Mose. Gruppo di "forconi" deposita busta con escrementi a casa di ex assessore Chisso

Default thumbnail
Articolo successivo

Se il sindaco di Cantù dice... Via da Roma, via da Milano subito!