di MARIO DI MAIO – Su “l’Indipendenza nuova” Sergio Bianchini ha descritto sinteticamente ma molto efficacemente l’evoluzione del meridionalismo a partire dalla comparsa di Bossi sulla scena politica.
Se ne ricava che e’ rimasta intatta, come prevedibile, l’opzione antisecessionista, ma anche che nel corso degli anni le idee della Lega hanno fatto passi da gigante.
Si rileva che oggi anche i meridionalisti piu’ “incalliti” sono in grado di discutere e “digerire” l’applicazione dei costi standard alla spesa pubblica, e la promozione delle autonomie locali che valorizzano le culture e le esigenze dei territori. Ad esempio lo stesso Renzi aveva eliminato il ripiano automatico dei debiti delle Regioni non virtuose sia pure parzialmente riammesso da Gentiloni.
Secondo Bianchini è ora di rilanciare definitivamente le 3 macroregioni auspicate da Miglio.
Non si puo’ non essere d’accordo, ma forse con un occhio “preliminare” alle euroregioni anche se non funzionano, per il caso che a qualcuno venga in mente di attivarle.
Infatti a Nord ci potrebbero essere incompatibilta’ perché l’euroregione alpina teoricamente gia’ istituita sotto la presidenza di Maroni ricomprende anche i territori dal Rodano all’Adriatico, passando per la Baviera e l’Austria. Inoltre l’euroregione adriatica, partendo dalla Croazia arriva ad includere anche la Puglia.
Comunque l’ importante e’ che si ricominci a parlare di autonomie anche a livello internazionale.