A metà maggio lo Stato torna all’incasso. Con i contributi da versare. Giusto il tempo per diverse partite iva o piccoli autonomi per aver incassato i 600 euro ed ecco che arrivano 900 e passa euro di contributi. Insomma, non fai in tempo a prendere ossigeno che torni in affanno. Da qui la richiesta che di recente ha avanzato la Cgia di Mestre.
Lockdown sulle tasse. Specie a quelle pagate dagli autonomi e dalle piccole e micro imprese con un fatturato fino a 1 milione di euro annuo che, in assenza di un forte taglio dei costi fissi, rischiano di chiudere definitivamente. Lo sgravio nel 2020 per lo stop a Irpef, Ires e Imu ammonterebbe a 28,3 miliardi di euro.
Le ditte individuali, i lavoratori autonomi, i liberi professionisti e le società di persone interessate da questa misura di alleggerimento fiscale sarebbero circa 4,9 milioni, pari all’89% circa di tutte le attività economiche presenti nel Paese. In termini di gettito si stima che all’erario verrebbero a mancare 28,3 miliardi: 22,7 miliardi di Irpef; 4,2 miliardi di Ires; 779 milioni di imposta sostitutiva versata dalle partite Iva che hanno aderito al regime forfettario e 500 milioni di Imu sui capannoni.
Dalle attività con meno di 1 milione di euro di fatturato, sindaci e presidenti di Regione continuerebbero a incassare le loro spettanze: 3 miliardi di Irap, 2,5 miliardi di Imu, 1,6 miliardi di addizionale regionale Irpef e 610 milioni di addizionale comunale Irpef. Nel complesso, per il 2020 dovrebbero versare alle Autonomie locali 7,7 miliardi di euro.