di STEFANIA PIAZZO – Da sempre la politica ha un rapporto controverso con la satira. E quindi con i comici. La storia della Rai ad esempio è una carrellata di censure, di allontanamenti, di fuori dalla porta. L’ultimo caso, in ordine di tempo, è la pedata nel di dietro che la nuova dirigenza Rai ha dato a Luca e Paolo, ai quali è stato per punizione e lesa maestà di un ministro, cancellato il programma. Il duo comico aveva osato fare una parodia di un esponente di governo già di suo goffo e con una innata predisposizione alle gaffes istituzionali. Ma la politica a seconda del gradimento, i comici li considera un valore per la democrazia, le elezioni, e quindi leader spirituali di un partito, o più semplicemente rappresentativi del Paese per aver girato pellicole dalla ridicola trasgressione negli anni ’70.
In ogni caso, oggi non serve più andare a teatro né al cinema. Abbiamo provato tutte le categorie al potere. Il politico-politico, il politico-professore, il politico-tecnico, il politico-traghettatore, il politico-fuori corso, il politico-rottamatore, il politico-non eletto. E il politico-comico, l’ultimo traguardo prima del niente. Decidono come farci ridere, prima di farci piangere. Una tragedia.
Le omelie dei politici in diretta su facebook propongono chi mandare nell’arena da far sbranare dai leoni: una volta è il magistrato, un’altra volta sono i poteri del capo dello Stato, una volta è Parigi, poi Berlino. Chi volete chi viva e chi muoia? Il mi piace è il pollice su, un like per vivere, altrimenti a morte.
La democrazia è un esercizio di comicità, è talmente sparita la classe politica che il paese si è messo nelle mani di un governo i cui azionisti non sono il popolo come si vorrebbe far credere, ma la commedia dell’arte. L’arte di recitare una parte fingendo di improvvisare. Poi per non smentire se stessa, la politica va nella camera da letto cinematografica per insignire del ruolo di delegato Unesco una brava e degna persona, che è la plastica rappresentazione dell’Italia che nelle commedie nazionapopolari finge ignorare la trasgressione.
Di comicità però involontarie diventate tragedie ne abbiamo viste già tante. Nel Pd, in Forza Italia, nella Lega, nei 5Stelle. Almeno all’Unesco hanno messo un attore di professione, un comico vero. Forse è la cosa più coerente del governo. Uno di loro.