di RICCARDO POZZI – C’è sempre stata nel movimento di Bossi una corposa componente destrosa che scambiava l’autonomia con l’autarchia, le proteste territoriali con quelle etniche, la fermezza con la violenza. Ma il vecchio leone aveva sempre fatto schioccare la frusta della equidistanza politica, convinto com’era che sia Romapolo che Romaulivo fossero avvinghiate in egual misura al “sacco del nord” come lo chiamò il Prof. Ricolfi nel suo celebre libro.
Oggi il partito si è completamente immerso nell’ideologia nazionalista di destra più per disperazione che per ragionamento. I valori, sempre gli stessi: patria, tradizione, sacri confini, italianità da preservare. Tutto legitimo naturalmente, ognuno è libero di aderirvi o dissentire, ma cosa c’entra la questione settentrionale? Cosa c’entra il saccheggio dei residui fiscali lombardi, veneti ed emiliani? Eppure l’equivoco ha successo e molti nazionalisti convinti dichiarano intenzioni di voto a un partito che nel simbolo ha un soldatino che per loro potrebbe essere un supereroe della Marvel come un Power ranger. Ma loro lo votano solo per il nome che campeggia sotto.
La dirigenza di quel partito , però, conosce bene quel soldatino e il perchè quel partito si chiama Lega. Loro conoscono la missione di quel movimento, eppure hanno lasciato che questo frankestein politico crescesse e cambiasse i suoi scopi. Rimane quella parte di vecchio elettorato leghista che ricorda bene lo statuto del movimento, quella parte che, se non è stata ancora cacciata, dovrebbe pretendere la restituzione del nome e simbolo a chi se ne sente erede, e contestualmente una onesta fuoriuscita con fondazione di un nuovo partito che rappresenti i nuovi obiettivi della “Lega per Salvini”.
A quel punto potrebbe anche mettersi un supereroe della Marvel nel simbolo. Probabilmente la linea politica del movimento ne trarrebbe giovamento.
