di Stefania Piazzo – La prima notizia è uscita lunedì 18 novembre su Il Gazzettino. Ma i soggetti indagati con l’ipotesi reato di truffa hanno i nomi puntati, ci sono le loro iniziali. Due cittadini residenti a Marcon. E’ solo martedì 19 che Il Gazzettino “spara” il servizio a piena pagina.
Infatti martedì 19 si sa di più. Spunta il nome di Roberto Agirmo.
Si tratta di una vecchia conoscenza anche de lindipendenzanuova perché il nostro quotidiano, alla vigilia del voto referendario dell’ottobre 2017, scrisse dell’iniziativa bizzarra di un imprenditore veneto che proponeva viaggi con lo sconto a chi si fosse presentato con la ricevuta della scheda elettorale. Il progetto era allora anche in coppia con un altro imprenditore di pompe funebri: stesso sconto, ma per un funerale. Da scrivere ce n’era e parecchio. Anche perché l’imprenditore di viaggi era un nuovo acquisto del movimento Grande Nord. Solo il nostro quotidiano aprì uno spaccato sulla strana iniziativa, che politicamente era alquanto inopportuna per un soggetto ai vertici di un partito, essendone allora fondatore. Ma il partito lo sapeva? Intanto non accadde nulla. Fu il quotidiano ad essere bersagliato da Agirmo. Nessuno ci diede troppo retta.
Poi, a ruota, fu Lettera 43 a pubblicare che lo stesso imprenditore intraprendente aveva allargato il proprio giro d’azione commerciale. E a riprendere il nostro servizio: “Stefania Piazzo ha firmato un duro articolo contro l’iniziativa di Agirmo e Guiotto. “Indipendenza e schei” scrive la Piazzo sul giornale Indipendenza Nuova: «Dateci l’autonomia, da vivi (in ferie) o da morti. Se voti al referendum e vuoi andare in vacanza, oppure hai il morto in casa, ti sconto il funerale. O le prossime vacanze. Un viaggio, o di qua o nell’aldilà per la causa dell’autonomia. Siamo nel Nord degli indipendentisti veneti, dove, per la causa, tutto si capitalizza, la vita e la morte. Sparagnare (risparmiare) e fare soldi. Una “fabbrichetta” elettorale, per un obiettivo etico, s’intende: vincere il referendum».
Ma Lettera 43 (ripresa da Dagospia, https://m.dagospia.com/referendum-in-veneto-sconti-sul-bordello-austriaco-per-chi-vota-159132) può andare oltre. E infatti racconta della società in Austria con un albergo per soli uomini.
Scrive il quotidiano d’inchiesta:
“LA RISPOSTA DI ARGIMO. Argimo ha risposto per le rime nei commenti: «Si può chiaramente obiettare sul “buon” gusto dell’iniziativa, se poi la si legge come esca per i media io vado fiero del risultato! Badi bene, non ho mai messo in preventivo che questa iniziativa potesse arrecarmi un vantaggio economico».
Sarà. In ogni caso l’accordo tra il centro Wellcum e il Network Gruppo Info Vacanze di Marcon è del 3 luglio scorso. Si legge sulla Nuova Venezia: «I clienti dell’agenzia avranno l’ingresso al centro benessere ed, eventualmente, il soggiorno nel vicino albergo». Così, acquistando i servizi nelle agenzie, gli interessati, sia soli che in compagnia, potranno usufruire dei benefici previsti. «La struttura ha vasche idromassaggio», tenne a ribadire il direttore vendite Italia di Wellcum Cristiano Fabris, «saune aperte e chiuse, piscina esterna riscaldata, angoli privati e abbiamo servizi dove nulla è lasciato al caso». L’obiettivo è sdoganare un certo tipo di turismo: all’interno c’è pure un cinema erotico: «Quando ci è stata proposta questa intesa nazionale», spiegò Agirmo, «abbiamo cercato di valutare cosa potesse significare fare un’operazione simile e, notando l’ascesa di questo mercato, abbiamo deciso di percorrere questa strada». Dal sesso al referendum fino alla tomba il passo è breve. Meglio cogliere l’occasione”.
E la risposta del quotidiano.
Caro signor Agirmo, lei m’insegna, sono sempre i dettagli a fare la differenza. Le scrivo caro senza le virgolette che lei invece nei miei confronti ha voluto aggiungere per marcare il territorio dei suoi sentimenti, anzi, risentimenti. Io accolgo invece con piacere le sue doglianze per il mio servizio, per spiegarle quello che a lei magari è sfuggito.
La sua iniziativa, un politico che vende scontata una propria merce in cambio del voto il 22 ottobre, è una notizia ghiotta, di quelle che non passano tutti i giorni in redazione. Un giornalista ha il dovere di darla. Facciamo cronaca. Così hanno fatto le testate che stupite o ammirate hanno rilanciato la sua iniziativa commerciale.
Ma i giornalisti hanno il diritto e il dovere di esprimere un’opinione, e poco conta se altri non la pensano come me. Non si chiede il permesso e non si telefona per scrivere. Non credo l’Ordine dei giornalisti le invierà un encomio, semplicemente i colleghi hanno dato la notizia.
Dei rapporti interni al suo movimento, che stimo e seguo con attenzione, io non mi curo e ben mi guardo dal farlo, ma la domanda sollevata giornalisticamente è legittima perché nel programma di Grande Nord non ho trovato traccia del binomio fare politica attraverso il business o viceversa. Non sono io che devo chiarirmi.
Il fine dell’iniziativa piace a Gramellini (Garmellini non esiste). Ha fatto bene a scriverlo. Ma non ritengo vi sia lungimiranza nel trattare l’elettore pensando al passato, il voto in cambio di qualcosa. Il fine non giustifica sempre i mezzi. Per questo non sarò aperta di mente, come lei intende, come quelli che invece hanno applaudito allo scambio che lei ha proposto. Per me il voto è e resta, libero.
E’ vero, sono all’antica, ma permetta, non scorretta. Si chiama diritto di critica, è un’altra merce.
Dal palco dei vostri Stati Generali ho spiegato che vedo in voi una alternativa al vuoto lasciato al Nord da altri. Non è strano ma è onesta intellettuale, così come è onesto non essere la velina di nessuno. Questo fa la differenza tra un giornalista libero e chi oggi vi osanna ma domani appena potrà, vi ricaccerà per convenienza di potere nel silenzio.
Di autonomia tutti, per fortuna, ne parlano. Lanciare provocazioni ne fa parlare di più? Questo era il suo fine? Eh, si vede che non l’ho capito e qui avrò sbagliato.
Tempo fa Mimmo Pagliarini fece una pubblicazione, una raccolta di articoli tratti dal settimanale Il Federalismo, che allora dirigevo. Titolo: “Ben vengano le critiche”. Lo spunto del titolo furono delle mie interviste non andate giù a qualcuno. Nel sommario, parafrasando Popper, il vecchio Paglia aggiunse: per proteggersi da quelli che, aperte le virgolette, “hanno sempre ragione” e da quelli che, aperte le virgolette, “non sbagliano mai”. Il Federalismo fu poi chiuso ma io, mi spiace, sono ancora qui. Mi venga a stringere la mano e beviamoci sopra, come si fa quando si pensa ad altro. Di infausto, c’è ben altro, non crede, caro?
“Cara” Stefania, sono “quel” Roberto Agirmo!
Sono particolarmente “amareggiato” da questo articolo, per più motivi!
Innanzi tutto considerando che sono tra i fondatori di Grande Nord, gradirei sapere da dove evince che InV si starebbe “smarcando”, quindi sarei curioso di sapere da lei che evidentemente è più informata di me ….. da dove evince che ” non risulta che GN sia su queste posizioni” mi spiega di che posizioni parla?
A parte questi dettagli “molto” politici sui quali gradirei chiarezza, soprassiedo su altri fattori, tipo la mancanza di prospettiva con la quale si e approcciata all’iniziativa! Le dirò una firma decisamente nota del panorama giornalistico nazionale, tale Massimo Garmellini in un fondo di prima pagina del Corriere della Sera è stato molto più “aperto” cogliendo il fine dell’iniziativa cosa che evidentemente a lei è sfuggita! Si legge Ironia e lungimiranza!
Con ironia siamo riusciti a costo zero a far parlare di Autonomia, poco importa che alcuni abbiano toccato ferro, sicuramente i più aperto di mente hanno sorriso!
Per una corretta informazione avrebbe potuto contattarmi così come hanno fatto il Corriere della sera il secolo XIX il gazzettino la nuova venezia e svariate TV nazionali e locali, tutti ne hanno scritto e fatto servizi, magari avrebbe offerto una “lettura” più completa dell’iniziativa!
Infine……. “strano”, molto “strano” che un articolo di tale infausta guisa arrivi da chi dal palco ha avuto parole positive per GN! Buon lavoro per il futuro. Roberto Agirmo