Lombardi, Veneti, Piemontesi, adottate un meridionale che vi conviene!

declino_italianodi MAFALDA SASSOLUNGO 

Cambiano i politici, le politiche economiche, cambiano i governi… In questi ultimi anni di grandi riforme economiche è cambiato tutto, o almeno così si è detto, tutto tranne una cosa: che il Nord continua a pagare per il Sud. Secondo una elaborazione realizzata dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, infatti, le regioni a statuto ordinario del Nord danno oltre 100 milioni di euro all’anno di solidarietà al resto del Paese. Perché? Lega che hai fatto al Governo?

Si chiama residuo fiscale, ovvero della differenza tra le entrate complessive regionalizzate (fiscali e contributive) e le spese complessive regionalizzate (al netto di quelle per interessi) delle Amministrazioni pubbliche. Ebbene, tutte le Regioni del Nord a statuto ordinario presentano un saldo positivo: ovvero versano molto di più di quanto ricevono. E quelle del Sud? Naturalmente sono in rosso. Avevate qualche dubbio?residuo fiscale dal 2005 al 2012

La Lombardia, ad esempio – si legge nello studio – registra un residuo fiscale annuo positivo pari a 53,9 miliardi di euro, che in valore procapite è pari a 5.511 euro. Questo vuol dire che ogni cittadino lombardo (neonati e ultracentenari compresi) dà in solidarietà al resto del Paese oltre 5.500 euro all’anno.  Il Veneto, invece, presenta un saldo positivo pari a 18,2 miliardi di euro che si traduce in 3.733 euro conferiti da ciascun residente. L’Emilia Romagna, con un residuo di 17,8 miliardi di euro, devolve ben 4.076 euro per ciascun abitante. In Piemonte, che nel rapporto dare/avere elargisce agli altri territori 10,5 miliardi di euro, il residuo fiscale medio per abitante è di 2.418 euro all’anno. La Liguria, infine, dà al resto del Paese 1 miliardo di euro, pari a 701 euro per ogni cittadino ligure.

Nonostante sia più contenuto rispetto al dato riferito alle realtà del profondo Nord, anche il residuo fiscale di tutte le Regioni del Centro è sempre positivo. La Toscana ha un saldo di 8,3 miliardi di euro, il Lazio di 7,3, le Marche di 2,5 e l’Umbria di 1,1 miliardi.

E il Sud? I risultati delle Regioni meridionali, naturalmente mostrano il solito, insopportabile, ingiustificabile segno meno. Tutte presentano un residuo fiscale negativo: vale a dire, ricevono più di quanto versano. La Sicilia, ad esempio, ha il peggior saldo tra tutte le 20 Regioni d’Italia: in termini assoluti è pari a -8,9 miliardi di euro, che si traduce in un dato procapite pari a 1.782 euro. In Calabria, invece, il residuo è pari a -4,7 miliardi di euro (-2.408 euro procapite), in Sardegna a -4,2 miliardi (- 2.566 euro ogni residente), in Campania a -4,1 miliardi (-714 euro per ciascun abitante) e in Puglia a -3,4 miliardi di euro (- 861 euro procapite). Come a dire che ogni cittadino lombardo oltre a dover lottare per la propria sopravvivenza, deve provvedere anche alla sopravvivenza di un cittadino siciliano, uno calabrese e a scelta un pugliese piuttosto che un campano o un sardo! Gli altri se li sobbarcano veneti e piemontesi… E forse se li adottassero direttamente senza che l’obolo passasse da Roma (evitando quindi costose dispersioni) ci guadagnerebbero pure! Anche i cittadini onesti del Sud, che di quei soldi ne vedono davvero pochi.Residuo fiscale delle Amministrazioni pubbliche

I dati, fa sapere l’ufficio studi della CGIA, sono riferiti al 2012 (ultimo anno in cui è possibile confrontare le entrate e le spese di ciascuna Regione). Tuttavia, se si ricostruisce l’andamento registrato negli ultimi 4/5 anni, la situazione rimane molto stabile per la gran parte delle Regioni: pertanto, è verosimile ritenere che non vi siano state delle significative variazioni anche negli anni successivi al 2012. E non ce ne saranno nei secoli a venire.

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