Addio Patto di Stabilità. Le possibilità che il Comune possa in extremis rientrare nei parametri previsti dalla legge nazionale sono ridotti al lumicino. E pur avendo il bilancio in attivo, il Comune nel 2013 non potrà fare investimenti e assunzioni di personale. Si è arreso, a una settimana dalla fine dell’anno, anche il sindaco Giorgio Orsoni. «Il punto definitivo lo faremo il 29 dicembre, ma ormai la strada è segnata», dice, «pur avendo un bilancio virtuosissimo, siamo penalizzati dallo Stato centrale». Fine del tormentone, che andava avanti da settimane. Il Comune è costretto a cedere, vista la mancata soluzione delle partite aperte. E a questo punto può sperare soltanto nell’attenuazione delle sanzioni, come votato dalla Camera il giorno prima dello scioglimento. Fine anche delle illusioni sulle entrate previste e mai arrivate.
Torre Cardin A cominciare da quei 40 milioni promessi da Pierre Cardin per l’acquisto dei terreni dove dovrebbero sorgere le infrastrutture della grande Torre del Palais Lumiere. Venerdì a tempo di record le istituzioni hanno firmato l’Accodo di programma per il progetto delle megatorre da 250 metri, due volte e mezza il campanile di San Marco. Cardin è stato premiato alla Fenice qualche settimana fa, ricevuto con tutti gli onori. Ma come molti avevano immaginato, non è bastato. Il nipote del sarto trevigiano Rodrigo Basilicati e il suo staff hanno fatto sapere che in pochi giorni risulta difficile per le banche garantire il denaro liquido. Dunque addio 40 milioni. Con una brusca frenata all’entusiasmo di chi aveva già visto la Torre in via di costruzione. «Come si fa a trovare due miliardi», si diceva ieri in municipio, «se non sono in grado nemmeno di garantire 40 milioni?». Questione di tempi e di garanzie. Ma anche di ostacoli per nulla rimossi. Come l’esistenza del vincolo, e la richiesta del ministero di sottoporre la grande Torre al parere paesaggistico, e la mancanza del «Piano di caratterizzazione dei suoli», cioè delle bonifiche di un’area inquinata per decenni dalle industrie con relativi costi. Fatto sta che i 40 milioni non arriveranno. E l’asse principale su cui si posava il castello è crollata.
Casinò Non sono stati venduti nemmeno i beni immobiliari delle cartolarizzazioni, è slittata l’operazione di vendita ai privati del settore gioco del Casinò, che avrebbe potuto fruttare 350 milioni di euro. «Abbiamo ritardato un’operazione che ci poteva salvare», dice il sindaco, «l’ho detto anche ai sindacati, lo dirò alle opposizioni che hanno votato contro quella delibera. Speriamo che vada in porto nei prossimi mesi». Perché gli effetti negativi dello sforamento del Patto di Stabilità saranno in vigore anche nel 2013, Dunque nel dicembre dell’anno prossimo, il debito da cancellare potrebbe essere doppio rispetto a quello di oggi.
Azioni Save Il Comune ha ormai deciso di vendere in ogni caso le sue azioni della Save, la società aeroportuale. Incasserà una cinquantina di milioni, e il compratore che si è fatto avanti è una società americana, a quanto pare non legata agli attuali azionisti di maggioranza. «Vendere le azioni è doloroso», dice Orsoni, «ma mi consente di partire con meno svantaggio per il bilancio del prossimo anno. Se le vendessimo nel 2013, quei soldi li dovremmo dare tutti allo Stato».
Ospedale al Mare. Slitta all’8 febbraio la firma dell’accordo sul futuro dell’ex Ospedale al Mare. L’intesa tra Comune ed Est Capital – che ha chiesto di congelare i 32 milioni di euro già versati per presunti inadempimenti del Comune – è stata raggiunta, ma dovrà ora essere sottoposta all’approvazione dei Consigli.
Legge Speciale Altra partita ormai persa è quella della Legge Speciale. 42 milioni di euro persi per strada, solennemente promessi dal sottosegretario di Berlusconi Gianni Letta nel 2010. Significa manutenzione ferma, restauri che non si fanno. E imprese veneziane sempre più in crisi.
FONTE ORIGINALE: http://nuovavenezia.gelocal.it