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CARO GRANDE NORD 1/ Visto perché Quota 100 è razzista e vendicativa?

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Quale occasione più propensa di un imminente congresso di un partito per suggerire qualche spunto di dibattito? Questo quotidiano spesso ospita  interventi di esponenti di Grande Nord, che il 17 febbraio celebra il suo primo congresso a Milano. Senza volerci sostituire a nessuno,  ci permettiamo nel nostro piccolo di dare qualche modesto suggerimento dall’ultima fila in cui siamo seduti. Da cittadini siamo curiosi di conoscere cosa uscirà dal congresso di un nuovo partito che si propone di rappresentare il Nord. Speriamo sia la rappresentanza non di un ricordo, non di una nostalgia, non per una rivalsa ma per proporre qualcosa di nuovo e fresco, che parli di Europa, di tasse, di lavoro, di diritti, di libertà,  senza slogan. Da oggi pubblichiamo notizie per sollecitare qualche risposta e idea da Grande Nord. La gente vuole capire come risponde chi viene a chiederci consenso. (la redazione)

di STEFANIA PIAZZO – Per un partito che dice di stare  dalla parte dei lavoratori e delle imprese, cosa c’è di più utile dello scoprire che l’avversario politico ha tradito proprio chi ha lavorato per costruire la polpa di un Paese? La legge che riforma la Fornero, la cosiddetta Quota 100, è la riforma più discriminante e possiamo dire, razzista, del governo. Seleziona gli aventi diritto alla pensione in base al lavoro che hanno svolto. Perché? Esistono lavoratori di serie A, B e C. E chi è stato punito? I professionisti, ovvero tutti i lavoratori che non hanno come cassa previdenziale l’Inps.  Ebbene sì. Fuori i giornalisti, che hanno l’Inpgi, e tutti i professionisti che hanno regolarmente versato contributi per 40 anni nella propria cassa previdenziale. Ma il governo riconosce il diritto alla pensione solo se sei sotto l’Inps. Leggiamo infatti su pmi.it un servizio, prontamente rilanciato dal collega Franco Abruzzo su www.francoabruzzo.it. che

La quota 100 è utilizzabile solo dagli iscritti alle gestioni INPS, niente cumulo gratuito dei contributi nelle casse previdenziali private”. 

Spiega il testo che  “La nuova possibilità di pensione anticipata rappresentata dalla quota 100 riguarda solo gli iscritti alle gestioni INPS, non è quindi utilizzabile dai professionisti che versano i contributi alle casse previdenziali di categoria. In base alla norma contenuta nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 17 gennaio, è infatti utilizzabile (in via sperimentale dal 2019 al 2021) solo, dagli: iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’INPS, nonché alla gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 335/1995

Non sono contemplati nella quota 100 gli iscritti alle casse dei professionisti. Non solo: a quanto pare vige anche il divieto di cumulo con contributi versati nelle casse private”.

Ma come, se sei un professionista, hai svolto un lavoro anche dipendente, come accadeva anni fa per noi giornalisti, ma se arrivi a quota 100 non puoi accedere alla riforma? Né sommare, cumulare gli anni di lavoro a meno che tu non versi più di quanto ti sono costati i contributi già versati?

Commenta su facebook la collega Cristina Malaguti:

L’odio della casta verso i giornalisti e verso chi ha studiato, ha preso una laurea per lavorare e farsi una posizione, non ha limiti.

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