di MARIO DI MAIO – “Non è questa l’Italia che conosco” cinquetta Renzi. Sappiamo bene che non ci conosce e non ci riconosce, ma si decida a ritirarsi oltre, ma molto oltre l’Oltrepò insieme ad Alfano Boldrini e tutta la compagnia malvagia e scempia che si è installata nel Palazzo. Quanto al vescovo di Ferrara se gli ripugnano i suoi fedeli vada pure a predicare in moschea dove potrà argomentare con maggiore successo che l’Islam è una religione di pace. In Padania siamo stufi di accogliere “temporaneamente” baldi giovanotti nordafricani in cerca di lavoro mentre le nostre aziende chiudono la disoccupazione non diminuisce e i nostri giovani continuano a emigrare in massa. Ma c’è da accogliere anche le donne islamiche che sbarcano già ingravidate per meticciare la nostra popolazione. E a Roma continuano a pretendere che crediamo che la maggioranza degli arrivi è composta di poveri fuggiaschi. E se invochiamo la secessione per andarcene noi, ci processano perché l’Italia è “una e indivisibile”, quindi abbiamo tutti la stessa cultura, naturalmente da condividere con chi ha il “diritto umano” di sbarcare e comandare.