di Stefania Piazzo – Non poteva esserci un mese migliore di quello appena trascorso per il giornalismo. Il tonfo della Lega ha regalato ai media pagine di analisi e dibattiti sul nuovo inedito scenario politico che ha innescato come una mina l’errore del segretario del Carroccio.
Il nostro quotidiano, pur con mezzi artigianali e senza particolari risorse, ha aggiornato tutti i giorni ferragostani con costante sequenza dei fatti. Non abbiamo agenzie, la fatica di raccogliere elementi e di buttar giù anche qualche idea è più complesso, ed è qualcosa di cui andiamo anche per questo un po’ orgogliosi. Siamo riusciti a offrire più di 150 servizi tra cronaca politica, editoriali, cultura locale, fatti del giorno, aggiornamenti in tempo reale sulla crisi di governo. Ringrazio qui l’editore, Roberto Bernardelli, che non ha mai fatto mancare spunti e commenti e tutto il suo sostegno materiale e morale. Lo stesso può dire la redazione per gli amici Corrado Callegari e Davide Boni, oltre che Monica Rizzi. Ringraziamo per i loro contributi Marcello Ricci, Mario di Maio, Cassandra, Valter Roverato, Ettore Beggiato, Massimiliano Priore, Giancarlo Rodegher, Angelo Valentino.
Certo, sarebbe stato interessante allargare il dibattito anche con altri amici, ma il fronte autonomista e indipendentista forse era a secco di idee? Nelle tantissime chat “politiche” in cui sono ospite, ho perlopiù registrato battute, fumetti, barzellette, ma scarsa analisi politica da parte di chi dovrebbe avere già il colpo in canna. Si è fermi al prepolitico, anzi, neppure a quello.
Cari autonomisti, cari indipendentisti, cari federalisti da whatsapp, se non è questa l’occasione per rialzare la bandiera del Nord, quale altro treno pensate di veder passare?
Ai partiti, ai movimenti che hanno parole d’ordine chiare, suggerisco di aprire una stagione obbligatoria di scuole politiche di formazione per i militanti. Alzare il tiro è anche alzare il livello. In alto i cuori.