/

L’IDEA INDIPENDENTISTA PER CRESCERE HA NECESSITÀ DI FORNIRE RISPOSTE CHIARE

tanko

di ENZO TRENTIN –  C’è un mondo indipendentista che poggia le proprie rivendicazioni sui princìpi fondanti dell’ONU, ma ignora che alle belle parole non sempre seguono i fatti. Se ciò avvenisse non avremmo, per esempio, il popolo sahrawi che vive in esilio in campi profughi malgrado abbia tutte le risoluzioni ONU a favore della sua indipendenza. Ne ho scritto qui: http://www.lindipendenzanuova.com/lindipendenza-e-un-diritto-ma-senza-accordi-e-untia-resta-un-miraggio/ ; né ci sarebbero i palestinesi che vivono in quella sorta di campo di concentramento che è Gaza, il cui territorio è impunemente e costantemente eroso dagli insediamenti di coloni israeliani.

Altri indipendentisti reclamano l’attuazione del dettato di vari Trattati internazionali fatti propri dalla legislazione italiana, per rivendicare la propria autodeterminazione, e nel far ciò fanno ricorso alla La Corte europea dei diritti dell’uomo ignorando il pensiero di Bartolo di Sassoferrato. Una celebrità solo per i cultori della storia del diritto beninteso, che ciò nonostante tutti dovrebbero conoscere almeno in questa sua coraggiosa confessione che cito a memoria: «Ogni volta che mi si propone un problema giuridico, prima sento quale deve essere la soluzione, poi cerco le ragioni tecniche per sostenerla». E se questo era vero per un simile luminare, figurarsi per il magistrato qualunque. Dunque aspettarsi dal giudice un giudizio asettico, pressoché meccanico, come una macchina in cui si infila il fatto e viene sputata fuori la sentenza, è del tutto fuori luogo. Il diritto cerca di mettere ordine e razionalità nelle vicende, tipizzandole in quadri astratti, ma poi in concreto quel diritto viene maneggiato da un essere umano, con la sua cultura (o incultura), la sua affettività, i suoi principi e, perché no? i suoi pregiudizi. Si spiega così che la parola “sentenza” si ricolleghi a “sentire”, cioè alla stessa radice di “sentimento”, non a “sapere”.

bartoloAltri indipendentisti, ancora, rivendicano il diritto a…, ignorando che un diritto che non è riconosciuto da nessuno non vale molto.

Riproposte ancora una volta queste premesse, debbo affermare che generalmente evito d’invischiarmi in polemiche di sorta, e specialmente nelle discussioni che si accendono in Facebook. Tuttavia, in deroga a questa mia regola, prendendo atto che c’è stato un approfondimento che ha ricevuto decine di condivisioni, centinaia di “mi piace”, e circa 150 interventi, ho apportato il contributo che qui sotto propongo alla riflessione della più vasta platea dei lettori di questo quotidiano per alimentare la discussione:

Barbara Benini: 2 aprile 2017 – ore 12,45  https://www.facebook.com/barbara.benini.12/posts/1177515449037411?comment_id=1178718342250455&notif_t=like&notif_id=1491242191160390

Da un sondaggio in VENETO risulta che l’11% vorrebbe l’INDIPENDENZA, oltre il 70% sceglierebbe AUTONOMIA… Dalla mia esperienza personale risulta che almeno 4 su 5 non conoscono la differenza tra i due termini… il che significa che se “si prepara” una CORRETTA INFORMAZIONE, con un progetto serio e fattibile, il dato potrebbe anche triplicare… Se riusciamo ad organizzarci come “si deve”, lavorando in tanti, costantemente costruttivamente, uomini e donne di qualsiasi estrazione sociale – o politica -, (che rappresentano diverse categorie di persone e tutte dovrebbero essere coinvolte)

Se vogliamo provare… considerando che l’invasione selvaggia e le rapine quotidiane da parte dello stato italiano attraverso tasse e accise e leggi assurde non si fermeranno… Auspico che si crei una squadra FORTE per le prossime regionali 2020. Così da poter fare il famoso referendum popolare su un AUTOGOVERNO.

Trentin: PREMESSO CHE SPERO DI NON DOVERMI PENTIRE D’ESSERE INTERVENUTO IN QUESTO POST CON INTENTO COSTRUTTIVO… Barbara Benini, ha aperto la discussione sollecitando la formazione di un organismo collaborativo che dia corpo ad un “progetto per l’indipendenza”.

Scorrendo i vari interventi ho tratto la sensazione che ci sia una ridondanza di significati e di visioni risolutive. Per esempio: Barbara Benini afferma che ci vuole una corretta informazione, e che non c’è molto tempo da qui al 2020 (anno di elezioni regionali in Veneto) per preparare un “progetto indipendentista”.

L’interpretazione che ho dato io è che si voglia un “progetto” per concorrere alle elezioni regionali (cosa più che lecita), che tuttavia è cosa diversa da un “progetto che indichi QUALE indipendenza”. Ovverosia: quali vantaggi avranno i veneti dall’autodeterminazione?

Uno Stato indipendente del Veneto dovrà assolvere a molti compiti. Come saranno svolti tali compiti per il cosiddetto “bene comune” che giustifichi un miglioramento della situazione attuale, e quindi il voto a favore di chi vorrà candidarsi alla guida dell’autodeterminazione?

Faccio un solo esempio, tra i tanti possibili:

1. Il Veneto ha 1.293.133 di pensionati, su una popolazione di 4.937.854 abitanti.
2. Le pensioni erogate sono 1.809.632.
3. I pensionati sono il 26,2% della popolazione della regione.

LE PENSIONI ITALIANE SONO TASSATE CENTO VOLTE QUELLE TEDESCHE (di Roberto Reale – testo in https://www.facebook.com/groups/1011216088931339/)

2.4.2017 – Secondo uno studio della Confesercenti, le tasse sulle pensioni in Italia sono follemente più alte che nel resto d’Europa: su una pensione di 1.500 euro lordi (tre volte il minimo, circa 20 mila euro all’anno) si pagano in Italia 4.000 euro di imposte contro 39 euro in Germania (cento volte di meno!!), 1.900 in Spagna, 1.400 in Gran Bretagna e 1.000 in Francia. E in quattro Paesi – Ungheria, Slovacchia, Bulgaria e Lituania – le pensioni sono addirittura esenti da tasse. Lo studio ha effettuato simulazioni su due tipologie di assegni (applicabili a 16,5 milioni di pensionati italiani): 1,5 volte il minimo (750 euro lordi al mese) e 3 volte il minimo (1.500 euro lordi al mese). Sono stati presi in considerazione pensionati fra 65 e 75 anni senza carichi di famiglia, residenti a Roma (con relative addizionali regionali e comunali). Un pensionato italiano che prende 750 euro al mese è l’unico a pagare le tasse (il 9,17%), mentre un “collega” francese, tedesco, spagnolo e inglese non paga nulla. Chi prende 1.500 euro al mese, in Italia paga comunque il doppio (20,73%) di imposte rispetto alla Spagna (9,5%), il triplo rispetto al Regno Unito (7,2%) e il quadruplo rispetto alla Francia (5,2%). In Germania la stessa fascia di reddito è praticamente esentasse (0,2%).

NATURALMENTE non saranno i Consiglieri regionali veneti (sedicenti indipendentisti) che potranno risolvere la questione delle pensioni. Ciò nonostante, convincere della bontà di un “progetto indipendentista” il 26,2% della popolazione veneta, non sarebbe cosa da perseguire sin d’ora? E trovata una soluzione a questo problema, come ad altri inerenti, non sarebbe cosa da perseguire sin d’ora per ottenere quella CORRETTA INFORMAZIONE che è oggetto degli auspici di Barbara Benini? S’intende che questa non vuole assolutamente essere una provocazione, bensì il suggerimento per una corretta impostazione del problema sollevato.

Benini: Certo, corretto l’esempio dell’INPS come ci sono altri temi importanti… io non sono economista e mi limito a “creare coscienza veneta”. Mi è stato riferito che l’INPS veneta è in utile per quanto si versa e si distribuisce attualmente. Di fatto si devono garantire almeno gli stessi servizi e trattamenti… il valore aggiunto lo troviamo subito dal disavanzo che il Veneto attualmente ha con Roma di circa 20 miliardi… pertanto si dovranno distribuire le risorse al sociale, potendo non tassare pensioni (già tassate all’epoca) e tutelare fasce più deboli… bisogna sicuramente sviluppare tutti i punti principali e adeguare a quanto giustamente debba essere… ovvio che vitalizi, doppie pensioni anche a due cifre non hanno senso, come le pensioni d’oro… riducendo solo le ultime voci si crea un disavanzo ulteriore… Urge un’assemblea costituente che valuti tutti i settori, impostando con onestà e logica tutto il sistema… è ovviamente un mio semplice pensiero dettato dalla logica dei fatti… grazie dei consigli, per me son sempre ben accetti se sono naturali giustificati e pertinenti

Trentin: I sondaggi che citi nella partenza di questa discussione sono da prendere con il beneficio d’inventario, perché tutti i sondaggi sono eterodiretti. Se, come dici, sono quelli forniti da Antonio Guadagnini & Co. NON possiamo ignorare il fatto che il predetto Consigliere regionale è sodale di Luca Zaia, il quale sproloquia di indipendenza del Veneto, ma opera per l’AUTONOMIA del Veneto.

Va bene laddove scrivi: «Urge un’assemblea costituente che valuti tutti i settori…»; ma chi la promuove? Chi sarà chiamato a farne parte? Quali titoli (non intendo solo i titoli accademici) dovrà avere per accedervi?

Un po’ carente mi sembra il discorso: «il Veneto attualmente ha con Roma di circa 20 miliardi…». Infatti per avere lo stesso residuo fiscale si dovrà mantenere la stessa persecutoria imposizione, e allora come avverrà il rilancio dell’economia?

Sul: «Mi è stato riferito che l’INPS veneta è in utile per quanto si versa e si distribuisce attualmente…», con l’indipendenza non credo potrà esistere un’INPS veneta. L’istituto rimarrà italiano, i soldi da esso incamerati, PURE. Secondo quali accordi pagherà le pensioni ai cittadini di un altro Stato? E l’equivalente veneto (indipendente) dell’INPS, opererà con le stesse norme di quello italiano? Oppure come sarà configurato? Quali garanzie offrirà? Che oneri richiederà? A carico di chi saranno tali oneri?

Ora una precisazione; e sia detta con tutto il rispetto: io non ho alcun interesse a dare “Consigli” a te o a chiunque altro. Il mio era il suggerimento che si dà a una discussione per risolvere i problemi connessi all’autodeterminazione. L’intento è di procurare un vantaggio competitivo alla causa indipendentista.

Coloro che hanno in animo di candidarsi a cariche pubbliche (e qui volutamente sorvolo sulla questione che sarebbe molto ampia), HANNO IL DOVERE di formulare proposte credibili a soluzione di OGNI ASPETTO riguardante l’indipendenza, perché è ora di smetterla di concedere la fiducia e il voto a seguito di promesse. TUTTI I POLITICI vanno giudicati per quello che fanno, non per quello che dicono.

Infine, laddove scrivi: «e mi limito a “creare coscienza veneta”…», per ottenere ciò è necessario usare un linguaggio che NON possa essere travisato o equivocato. Per creare tale coscienza è indispensabile fare INFORMAZIONE DOCUMENTABILE.

Benini: io faccio l’arredatrice e gestisco un’azienda, non ho mai fatto politica partitica e non so tutto (anzi ghe ne’ asse’ da saver, de tutto de più) e cerco di informarmi… quando posso, di fatto se l’INPS chiudesse domattina e saltasse tutto il sistema per intenderci, il Veneto dovrà arrangiarsi comunque, pertanto meglio studiare qualcosa già da ora. (che se è vero che c’è un disavanzo di 20 miliardi non vedo neanche grossi problemi, calcolando che ci sono “sprechi” anche in Veneto da tagliare). Per l’assemblea costituente si parte da delle bozze “sulla ragione della logica” per perfezionarla a quello che dovrà essere… si cerca di costruire, di seminare di porre… e comunque si cercherà di coinvolgere più gente competente possibile per la migliore riuscita… tra non molto verrà resa anche pubblica la presentazione di intergruppi, confederazione di sigle che sono in accordo sul preparare “il Veneto indipendente” del dopo, oltre che del come arrivare (tramite referendum autogestito)… buon proseguimento.

La discussione, dopo altri tre stringati post (che non sono entrati nel merito) si è esaurita a questo punto. Ora noi tutti dobbiamo prendere atto dell’onestà intellettuale di Barbara Benini. Ammette di non essere una tuttologa, di non avere le risposte per il caso sopra affrontato, né per tutti gli altri. Tuttavia insiste cocciutamente su un dato economico (il residuo fiscale) tutto da dimostrare, e rimanda ad un immediato futuro le soluzioni che potranno scaturire dall’ennesimo tentativo di coalizione di soggetti indipendentisti veneti. Staremo a vedere!

chiavegatoPer intanto notiamo incidentalmente che Barbara Benini è moglie di Lucio Chiavegato. Una personalità che a differenza degli yes-man che i partiti politici infilano nelle istituzioni a qualsiasi livello, assume le proprie responsabilità e partecipa in maniera compulsiva alla vita politica. Infatti, nel tempo, è stato tra l’altro:

 

  1. Componente del direttivo LIFE (Liberi Imprenditori federalisti Veneti).
  2. Presidente dell’estinto partito indipendentista Veneto Stato.
  3. Esponente e candidato di svariati movimenti e partiti indipendentisti.
  4. Animatore di un presidio stradale del movimento “9 Dicembre Forconi”.
  5. “Ospite” (Tsz!) delle galere dello Stato italiano per mezzo della magistratura bresciana che ha avviato il caso del cosiddetto TANKO II. Un processo che è ai suoi esordi, e che al momento appare come un processo alle idee, constatato che al momento non sono noti atti di violenza di nessun tipo.

 

Insomma, è più che lecito che qualcuno voglia candidarsi a qualcosa, ma gli elettori devono sapere esattamente, e con prove documentali, il motivo per cui votare. O no?

 

 

 

 

 

Print Friendly, PDF & Email
Articolo precedente

Ripasso per qualcuno perché ricordi che l'unificazione tedesca è una cosa, ma risolvere i problemi Nord e Sud non ha mai funzionato

Articolo successivo

E Facebook censura i Watussi di Edoardo Vianello. E' discriminatoria e non politicamente corretta