La libertà dei media è in pessime condizioni in un numero record di Paesi, secondo l’ultimo rapporto di Reporters senza frontiere (Rsf), che avvertenze che la disinformazione, la propaganda e l’ intelligenza artificiale minacce crescenti per il giornalismo. L’Italia, è però riuscita a scalare la classifica nell’ultimo anno, attestandosi al 41esimo posto su 180, e guadagnando 17 posizioni rispetto al 2022. Il World Press Freedom Index rivela una situazione scioccante, con 31 paesi considerati in una “situazione molto grave” e con un punteggio molto basso, senza precedenti, rispetto ai 21 di due anni fa. L’aumento dell’aggressività da parte di governi autocratici – e di alcuni che sono considerati democratici – unita a “massicce campagne di disinformazione o propaganda” ha fatto peggiorare la situazione, secondo l’elenco, pubblicato da Rsf.
Oggi ricorre il 30° anniversario della prima Giornata mondiale della libertà di stampa, istituita per ricordare ai governi il loro dovere di sostenere la libertà di espressione. Tuttavia, l’ambiente per il giornalismo oggi è considerato “attivo” in sette paesi su 10 e soddisfacente solo in tre su 10, secondo Rsf. L’Onu afferma che l’85% delle persone vive in paesi in cui la libertà dei media è diminuita negli ultimi cinque anni. L’indagine valuta lo stato dei media in 180 paesi e territori, esaminando la capacità dei giornalisti di pubblicare notizie di interesse pubblico senza interferenze e senza minacce alla propria incolumità. Il rapporto mostra che i rapidi progressi tecnologici stanno consentendo ai governi e agli attori politici di distorcere la realtà. “La differenza tra vero e falso, reale eartificiale , fatti e artifici si sta offuscando, mettendo a repentaglio il diritto all’informazione”, afferma il rapporto. “La capacità senza precedenti di manomettere i contenuti viene utilizzata per indebolire coloro che incarnano il giornalismo di qualità e indebolire il giornalismo stesso”. L’ intelligenza artificiale sta “provocando ulteriore scompiglio nel mondo dei media”, si aggiunge, con strumenti di intelligenza artificiale “che digeriscono i contenuti e li rigurgitano sotto forma di sintesi che violano i principi di rigore e affidabilità”.