da Il Fatto Quotidiano – Venduto anche lo storico palazzetto di via Sicilia. Che insieme al settimanale di punta di Segrate ospita anche altre testate del gruppo. Dei sei giornalisti del periodico diretto nei tempi d’oro da Sechi e Rinaldi, due saranno trasferiti a Milano e quattro lavoreranno come free working. Cioè senza una sede fissa. Ricollocazione anche per i dipendenti di “Chi” e “Sorrisi e canzoni”.
In casa Mondadori, editrice della famiglia Berlusconi, si tira la cinghia. E di brutto. A fare le spese dei tagli è soprattuto la redazione romana di “Panorama” diretto da Giorgio Mulè(nella foto), la cui sede, una storica palazzina in via Sicilia a due passi da via Veneto, è stata venduta. E le brutte notizie non finiscono qui. Inevitabili le ripercussioni anche sugli altri dipendenti della casa editrice di Segrate ospitati nello stesso stabile.
Stando a quanto comunicato dalla proprietà, dei sei giornalisti di “Panorama” attualmente in forza alla redazione romana -non si sa ancora fino a quando- due saranno trasferiti nella sede centrale di Milano. Tra questi anche il rappresentante sindacale Stefano Caviglia. Gli altri quattro saranno invece trasformati in smart working: dotati di un computer, resteranno a Roma senza sede fissa.
da Il Velino – Tre giorni di sciopero dal 28 ottobre. Il Cdr e l’assemblea dei giornalisti del Velino condannano l’atteggiamento dell’azienda Editrice Agvnews Srl che, alla fine di una lunga trattativa, ha respinto ogni possibilità di accordo sul rinnovo del contratto di solidarietà, annunciando l’attivazione unilaterale della cassa integrazione dal primo novembre. I giornalisti del Velino fronteggiano ormai da quattro anni un contratto di solidarietà che ha toccato punte del 45 per cento. Una solidarietà che ha depauperato le loro professionalità, minato l’organizzazione e la qualità del lavoro quotidiano, oltre a gravare in maniera importante sugli stipendi. Il tutto in assenza di un vero piano di rilancio e con un editore che nell’azienda di cui è di fatto socio di maggioranza riveste, oltre al ruolo di consigliere, di amministratore delegato e di presidente del consiglio di amministrazione, anche la carica di direttore responsabile, pur non avendo mai contatti con la redazione e vivendo negli Stati Uniti da parecchi mesi. Una carica che ovviamente ha un costo che, oltre a interessare i conti dell’azienda, impatta anche sulle casse dell’istituto di previdenza. L’editore si è inoltre reso responsabile di gravi mancanze sotto il profilo gestionale essendo moroso nel versamento del Tfr dei giornalisti al fondo di previdenza complementare.
Nota della redazione di Brescia Tv. Il 26 ottobre i notiziari e le trasmissioni di Brescia.Tv, curati dalla redazione, non sono in ondati a causa di uno sciopero dei giornalisti e dei tecnici. La protesta è stata decisa a seguito della decisione unilaterale del gruppo Athesis di procedere alla cessione del ramo d’azienda rappresentato da Brescia.Tv. Lo sciopero è il primo di un pacchetto di 5 giorni che la redazione e i tecnici dell’emittente hanno dato affidato ai rappresentanti sindacali, da gestire entro la fine di Novembre 2015. La decisione nasce dalla necessità di difendere una storia fatta di 12 anni di informazione, intrattenimento e cultura, e di salvaguardare la professionalità di tutti coloro che in questi anni hanno costruito una voce indipendente nel panorama dell’informazione bresciana. La decisione di cedere il ramo d’azienda Brescia.Tv a un gruppo non bresciano, senza fornire alcuna garanzia occupazionale né una continuità con quanto finora costruito, amareggia e sconcerta redazione e comparto tecnico che nel corso di questi ultimi anni, con grande senso di responsabilità, hanno accettato una serie di sacrifici (dagli ammortizzatori sociali ai part time alla mobilità interna) confidando in una soluzione dei problemi aziendali che evidentemente stava a cuore solo ai dipendenti dell’emittente. La cessione di Brescia.tv avviene inoltre in un momento di transizione fondamentale per l’editoria che dovrebbe puntare alla multimedialità, risorsa presente all’interno del gruppo ma mai sviluppata. L’assenza totale di un direttore di testata e di un direttore di network, la mancanza di un piano di rilancio sia editoriale che commerciale, il continuo impoverimento della redazione e del comparto tecnico hanno portato Brescia.Tv sull’orlo del fallimento, per evitare il quale ora si arriva alla cessione del ramo d’azienda. A pagare saranno i giornalisti e i tecnici e non i responsabili delle scelte, o meglio delle scelte mancate, che ci hanno portato a questo punto. –