di MARCELLO RICCI – “Invito all’evento gratuito su salute e migrazione “. E’ la lodevole iniziativa di Medici senza Frontiere preoccupati dalle difficoltà, del tutto nuove, delle guardie mediche e nosocomi a diagnosticare e curare patologie appartenenti alla medicina tropicale. E’ noto che in Italia malattie debellate ( come la Tbc ) o inesistenti (esempio Bilharzia ), siano invece negli immigrati patologie non eccezionali. Molti medici italiani, di tali patologie hanno solo una remota conoscenza dottrinale e l’iniziativa dei Medici senza Frontiere colma la lacuna. Questo sul piano clinico. Sotto il profilo organizzativo, per fronteggiare il nuovo corso, servono strutture adeguate e con personale specializzato. I sanitari devono capire lingue e diagnosticare patologie non usuali . Per non zavorrare il sistema sanitario già in affanno, per ridurre le possibilità di contagio, conviene duplicare le strutture separando quelle destinate ai migranti da quelle riservate ai cittadini europei. Avviene gia negli aeroporti dove esistono posti di controllo dedicati solo agli stranieri. I costi per gli adeguamenti strutturali e organizzativi verranno ampiamente bilanciati dalla riduzione dei tempi di attesa, dalla soddisfazione degli utenti e dalla riduzione dei rischi di diffusione delle patologie. I pazienti nelle piastre dei Pronto Soccorso, sottoposti a ‘triage’, avranno attese più brevi e maggiori garanzie di non contagiarsi. Sotto il profilo economico, le risorse necessarie possono essere addebitate alla UE che sempre ha elogiato l’impegno dell’Italia nell’accoglienza.
Saranno spese produttive, ci saranno nuove assunzioni, incremento dell’economia trascinata anche dall’ampliamento degli occupati. La spesa sanitaria è apparentemente un costo, nella realtà, se il SSN è correttamente e adeguatamente organizzato produce occupazione, riduce le assenze dal lavoro e si traduce conseguentemente in volano economico.
Un altro problema, non parallelo ma connesso, è quello della denatalità. Ha due angoli di visione molto diversi. Il profilo ecologico, messo in evidenza anche da Ida Magli, può dipendere dal desiderio anche inconsapevole, di rapportare l’antropizzazione alla superficie fruibile del suolo oppure è motivata dai costi elevati per istruire ed educare i figli per dargli prospettive di vita socialmente adeguale. In entrambi i casi la volontà del popolo è vanificata da una immigrazione incontrollata che pretestuosi concetti umanitari impediscono di contrastare. Sarebbe sufficiente imporre una trasformazione anche parziale in loco delle ricchezze del suolo e sottosuolo. per dare lavoro. ai migranti economici. Resta da verificare se allo sfruttamento delle multinazionali si somma anche la scarsa attitudine al lavoro. Forse sono vere entrambe. L’ imponente invasione, preoccupa, allarma le famiglie italiane, tanto da indurle a non avere figli destinati ad affrontare difficili situazioni sociali. Si ripete la storia e il destino degli indiani d’America. Entrambe le ragioni sono la vera radice della denatalità.
Urge per arginare il declino creare una serie di provvidenze sociali e economiche per trasformare le nascite di bambini ITALIANI in ricchezza.
Tutela della carriera e della progressione nella stessa anche dopo il parto , con asili e scuole con lungo orario. Agevolazioni tributarie, abitative e sussidi progressivamente crescenti dopo il secondo figlio e ogni altra misura volta a favorire le famiglie prolifiche. Una politica demografica del tipo ha certamente costi elevati, ma è un investimento molto produttivo capace di rilanciare l’economia nel medio lungo periodo. Limitare e programmare l’immigrazione con quote calcolate e scaglionate nel tempo.