di STEFANIA PIAZZO – I sovranisti vincono ma non sfondano in Europa. Ma questo conta ben poco nei ragionamenti di casa nostra. Perché il risultato storico della Lega in Italia che va oltre il 30% è la notizia che tiene banco. E se l’incasso elettorale del Carroccio è di fatto speso come un voto politico, che sottomette gli alleati e sfida l’opposizione, da domani i cittadini non staranno certo a guardare come se la giocherà la Lega a Strasburgo. Guarderanno alle questioni domestiche di tutti i giorni, per vedere come il peso del consenso potrà cambiare la loro vita economica, sociale. Il futuro. Che non è sereno per l’economia. Non lo è per la struttura stessa del Paese, civilmente sonnolento, ma che al grido di battaglia “distruggiamo l’Europa” ha risposto compatto. I populisti in Austria non sfondano, non sfondano in Germania. Passano con Farage in Gran Bretagna, con la Le Pen in Francia, le storiche famiglie di popolari e socialdemocratici reggono all’impatto, ma che questa Europa sia ad un collo di bottiglia è evidente.
In Italia? Il Nord è in minoranza. Politicamente premia la Lega, socialmente, economicamente, ne è ostaggio. Questione irrisolta resta quella delle tasse, del residuo fiscale, delle imprese che chiudono. Il sogno di ribaltare il destino ribaltando l’Europa, stando all’opposizione, durerà quel che deve durare, nella rabbia e nella disperazione che porta a cercare una via d’uscita. Finché la barca va.