di BRUNO DETASSIS
“Una rivolta fiscale delle Regioni targate Lega contro lo Stato. Per la prima volta il responsabile economico del Carroccio, Claudio Borghi Aquilini, spiega in cosa consiste la protesta fiscale annunciata più volte da Matteo Salvini”. L’agenzia diffonde la buona novella. Ma che sia la prima volta che la Lega annunci la protesta, fulmine ci colga!
Borghi comunque afferma:
“Per un governatore è semplice, basterà emettere un ordinanza che dice che le tasse non si versano più alla tesoreria generale dello Stato ma su un conto della Regione. In questo modo il cittadino non rischia nulla, lo Stato farà ricorso alla Corte costituzionale per dire che non è possibile ciò che fanno quelle Regioni, ma con i tempi che si allungano intanto salta tutto”, riferisce ad ‘Affaritaliani.it’ Borghi, economista, ex docente all’Universita’ Cattolica, ora candidato della Lega alle regionali toscane. “Quello della rivolta fiscale e’ un nostro progetto, ci vuole tempo per organizzarlo bene, ma lo metteremo certamente in atto comunque entro la fine dell’anno”, assicura.
Eh beh… ripassando il tempo per organizzarlo bene, saccheggiamo e riproponiamo quanto aveva scritto la nostra collega Cristina Malaguti proprio in materia di poltiica degli annunci fiscali. Di autunno in autunno…
Ecco qua….
“Stiamo pronti a fare la rivolta fiscale”, ha detto Maroni. Ma come, ancora? Ogni tre per due, la Lega estrae la carta dell’obiezione, che poi diventa quella della protesta, che poi diventa quella della rivolta. In 20 anni, una sequenza sterminata di annunci e ogni volta, niente più che un annuncio. Che non scalda i cuori.
L’ultima volta, la più recente, il 6 settembre 2014, Salvini ha detto: “Lo scontrino? Non ve lo fate fare”. Salvini ha esortato i cittadini a rifiutare lo scontrino ed evadere il pagamento dell’Imposta sul valore aggiunto nel corso dell’ultimo comizio nella località di Alzano Lombardo. “Anche fare la spesa è fare politica. Non andate al grande supermercato, andate al negozio sotto casa, che magari è in difficoltà, e chiedete di non farvi fare lo scontrino”.
Poi, l’annuncio: il 14 novembre 2014 è stato scelto come data dello “sciopero fiscale”. Dal palco di Milano, non una parola, però. Quale pulpito migliore?
Andiamo avanti.
Il 14 settembre 2014, parla il governatore veneto. E dice: “Se il governo pensa di tagliare anche un solo euro di spesa sanitaria al Veneto noi facciamo lo sciopero fiscale“. E Salvini, dal Monviso, rincara: “Dobbiamo mettere in atto alcune azioni di resistenza fiscale“. Quali?
Torniamo un momento indietro, 20 luglio 2014: i titoli dei giornali sono espliciti. La “Lega proclama sciopero fiscale, rivoluzione in ottobre”. Dal palco del congresso, Salvini riconfermato con proroga fino al 2016, dice che “lo Stato italiano lo facciamo saltare per aria”, che il bancomat obbligatorio va preso a “martellate”, e aggiunge: “Io ho bisogno di gente disposta, nel momento in cui ci fosse in ballo il futuro dei nostri figli o di posti di lavoro, che sia pronta a infrangere il codice civile e penale. Bisogna essere pronti a farlo, non bastano gli applausi altrimenti ‘Fonzie’ come un rullo compressore annienta tutto”. I primi dovrebbero essere i politici, gli amministratori, ma non se ne vede l’ombra coraggiosa.
E di più: “Oggi lanciamo una rivoluzione fiscale che, in ottobre, spero porti in piazza milioni di italiani: proporremo un’aliquota fiscale secca al 20% uguale per tutti, dal Nord al Sud, per ricchi e poveri. La nostra scommessa è quella di far pagare di meno a chi oggi paga troppo e di costringere a pagare chi oggi non lo fa”. Qualcuno ha visto milioni di italiani in piazza?
E adesso un salto nel passato, fino al 17 settembre 2007, quando ancora la Lega si trovava in Riva Sette Martiri. Leggete qui il programma ambizioso, dopo che a Ferragosto il senatur aveva annunciato una grande manovra di protesta fiscale:
- L’8 per mille nella denuncia dei redditi non va dato allo Stato ma alla Chiesa Cattolica, o ad altre istituzioni stabilite dalla legge.
- Autoriduzione di 11 euro dalle tasse da pagare. Tale somma per legge non viene recuperata dallo Stato, né sanzionata, perché i costi sarebbero troppo eccessivi.
- Non adeguarsi agli studi di settore modificati dal governo Prodi in caso di completo discostamento rispetto al proprio reddito. “Resistete, non pagate, aprite contenziosi”, è stato l’invito di Roberto Maroni.
- Sciopero del Lotto, comprese lotterie, schedine, gratta e vinci, bingo, slot-machine.
- “Un lavoratore autonomo che sbaglia il codice tributo non viene sanzionato perché lo si considera un errore formale. Che cosa succederebbe allora se milioni di persone indicassero per errore un certo codice che gira le tasse agli enti locali anziché a Roma?”, spiega Daniele Molgora. Il lavoratore dipendente può scrivere al datore di lavoro sollecitandolo all’errore.
- Abolizione del sostituto d’imposta. Anni fa si tentò di abrogarlo con un referendum, bocciato però dalla Corte costituzionale; oggi invece partirà una raccolta di firme per cancellarlo, con una legge di iniziativa popolare.
- Astensione dall’acquisto di titoli del debito pubblico, cioè Bot e Cct. Parallelamente i risparmiatori dovrebbero acquistare i buoni emessi dagli enti locali, soprattutto le regioni del Nord, per autofinanziare le infrastrutture padane.
- Detrarre tutto il possibile dalle tasse: scontrini di farmacia, spese scolastiche, incentivi sui frigoriferi, contributi ai partiti.
- Vademecum per l’amministratore: come far ingrassare i comuni e mettere a dieta lo Stato.
- Boicottare le aziende statali: basta con Agip, Enel, Tirrenia e Rai. Prediligere prodotti messi in commercio dai privati.
- Non acquistare più biglietti Alitalia, utilizzare vettori alternativi.
Qualcuno ha notizia della protesta fiscale del 2007?
Mercoledì 14 marzo 2012, la Lega Nord apre allo sciopero delle tasse e non esclude la disobbedienza fiscale contro “il governo Monti-Napolitano”. Maurizio Fugatti, vicepresidente dei deputati del Carroccio, afferma ad Affaritaliani.it: “La benzina è arrivata quasi a due euro al litro. C’è già stata la prima crescita dell’addizionale regionale dell’Irpef. A maggio-giugno arriverà l’Imu sulla prima casa (e tutti capiranno che cosa vuol dire il governo Monti-Napolitano). In più dal primo ottobre scatterà l’innalzamento dell’Iva al 23%. Visto tutto ciò lo sciopero fiscale è un argomento che, forse mai come oggi, può far breccia nell’elettorato padano. Ma ancora una volta, ci si ferma all’annuncio.
Veniamo a tempi migliori, allora, 30 aprile 2012. Maroni è vicino alla segreteria e lancia l’obiezione per non pagare l’Imu. Parte a Verona la proposta di sciopero fiscale, l’ex ministro invita ad unirsi alla protesta i circa 5-600 Comuni ribelli, come sono stati definiti quelli più penalizzati, nel “Lega Unita Day” il primo maggio. Risultati? Tutti pagheranno, i “sindaci guerrieri”, come li chiama Bobo, non fanno una piega. La disobbedienza non ha seguito.