LEGA, IL GRANDE TRADIMENTO DEL “CASCIABALL”

di ROBERTO BERNARDELLI*

All’inizio degli anni ’90 abbiamo aderito con grande entusiasmo alla Lega Nord. Ci sembrava allora di aver trovato finalmente, dopo anni di impotenza, il movimento che avrebbe difeso gli interessi del Nord. La nostra fiducia nel segretario Bossi era grandissima. Col passare del tempo  alcuni episodi cominciarono a farci aprire gli occhi. Durante il primo governo Berlusconi venne nominato Ministro delle Riforme il “signor nessuno” Francesco Speroni, sicuramente abile come tecnico dell’Alitalia, ma totalmente digiuno in campo di riforme istituzionali. La scelta spiazzò molti di noi convinti che la carica sarebbe stata senz’altro assegnata all’ insigne professor Miglio, grandissimo esperto della materia.

Avvenne poi il caso della maxi tangente Enimont, quando il “pirla”Patelli fu obbligato a prendersi la colpa e il segretario Bossi “casciaball” raccontò che i 200 milioni erano stati rubati nella sede della Lega, dai servizi segreti. Molti di noi cominciarono a capire  che la Lega non si differenziava dagli altri partiti. Alla fine del 1994 il primo governo Berlusconi cadde e cominciò la campagna contro il “mafioso di Arcore”, “Berluskaz il piduista e via dicendo. Il 15 settembre del 1996 venne organizzata una grande manifestazione a Venezia, sul Po dove si riaffermava con forza il tema della secessione e si obbligavano i militanti a giurare sulla Repubblica padana.  Qualche anno dopo  Berlusconi tornò ad essere l’uomo della Provvidenza, l’unico che potesse sostenere la Lega nella realizzazione del federalismo. Cosa avesse fatto cambiare idea al “casciaball” è  questione che lasciamo interpretare ai lettori. Quindi, dopo aver resuscitato  la secessione come unica via  di salvezza per il Nord, Bossi lo spergiuro fece giuramento alla  Repubblica italiana, diventando  Ministro delle Riforme e sostituendo  la secessione con la “devolution” concetto oscuro agli stessi leghisti.

Le riforme attuate dal Ministro “casciaball” sono incomprensibili: senza contenuti e senza quantificazione dei costi. In nome di un vago federalismo la Lega ha accettato di tutto: dalla Banca del mezzogiorno a Roma capitale, al Ponte sullo Stretto di Messina.  Il risultato di questa Santa Alleanza appare ormai chiaro a tutti: neanche mezza riforma a beneficio del Nord. Molto beneficata è stata invece la famiglia Bossi: il fratello del ministro casciaball divenne portaborse di Speroni e nel 2010 il “Trota” Renzo Bossi è diventato consigliere regionale. Le entrate della famiglia, tra emolumenti parlamentari e regionali e il prepensionamento della moglie da insegnante, sono quelle di una famiglia “stato-assistita”.

In questi anni abbiamo assistito anche alle grandi capacità imprenditoriali della classe dirigente leghista che è riuscita a far fallire la banca “Credieuronord” , ad affondare le famose cooperative padane e a mandare all’aria anche un villaggio turistico in Croazia. Questo è il movimento che ha dato tante speranze al popolo del Nord. Altra vicenda paradossale: le tangenti forse percepite, stando all’accusa, dal leghista Davide Boni sarebbero servite per aprire nuovi centri commerciali, sebbene, per anni, la Lega abbia tuonato contro la grande distribuzione che stava affossando i piccoli commercianti. Ciliegina sulla torta: il grande partito difensore degli interessi del Nord è ora in mano a un matriarcato meridionale composto dalla sicula moglie di Bossi e dalla pugliese,  ex sindacalista della Fiom, Rosy Mauro, detta la badante.

Noi dell’Unione padana, tacciati di tradimento come fuoriusciti dalla Lega, vogliamo restare fedeli al pensiero di Miglio per una vera autonomia e indipendenza del Nord. La nostra speranza di portare avanti gli ideali originari è rafforzata dal continuo afflusso di persone che convergono nel nostro movimento.  Una cosa è certa: perseguiremo  gli obiettivi abbandonati dal movimento del casciaball, senza mai occupare le poltrone romane. Caro Bossi, non sono gli altri che vogliono sfasciare la Lega, gli altri hanno solo visto gusto!

* presidente Unione Padana

 

 

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