di ROBERTO BERNARDELLI – Mi piace fare zapping sulla rassegna stampa dei giornali online, perché scopri verità che i quotidiani più titolati si guardano bene spesso dal divulgare. Forse pensano che il lettore potrebbe non capire. Invece, secondo me, comprende benissimo. Una delle ultime cose lette riguarda un bel battibecco tra il commissario governativo per la Torino-Lione, Paolo Foietta, e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Toninelli. Un tecnico contro il governo Lega-5Stelle, con sviluppi imbarazzanti
Verranno resi pubblici i dati sull’impatto dell’Alta velocità. Ma il bello sta qui e lo riporta l’Agenzia Agi, che scrive: “… a quanto apprende l’Agi, potrebbe anche decidere di denunciare il premier Conte e il ministro Toninelli per omissione di atti d’ufficio a causa delle mancate risposte alle “reiterate mail pec” con cui, negli ultimi mesi, ha chiesto un confronto sui temi di sua competenza”.
“Sono stato nominato dal Presidente della Repubblica per ricevere indirizzi dal presidente del Consiglio e dal Ministro delle Infrastrutture, ai quali rispondo direttamente”, spiega Foietta all’Agi a margine di un dibattito sulle infrastrutture interno al convegno “Passaggio a Nord Ovest”, organizzato a Verbania dalle liste civiche di centrosinistra di Lombardia, Piemonte e Liguria.
Pensa te! Approfondiamo allora, perché la questione ci interessa.
“Li chiamerò a rispondere anche dal punto di vista formale – aggiunge Paolo Foietta – per questa mancanza di confronto. Sono pagato dallo Stato italiano per fare un lavoro che mi viene impedito di fare, e in assenza di nuovi indirizzi continuo a procedere in base a quelli che ho ricevuto dal precedente Governo. Mi trovo in una situazione paradossale, che è difficile spiegare ai francesi…”. Sempre a quanto apprende l’Agi, Foietta sta anche pensando di scrivere a Mattarella per chiedergli di intervenire.
“In attesa di una convocazione dal Mit – conclude – andrò in giro in tutte le sedi a dire alla gente quello che il Governo non vuole che gli riferisca direttamente”. Cioè, che la Torino-Lione non si può fermare.
”La tratta attuale – spiega – è del tutto fuori mercato, quindi decidere di non realizzare la Tav significherebbe far passare tutte le merci solo su strada: oltre 3,5 milioni di mezzi pesanti, secondo i dati del giugno 2018, che invaderebbero le autostrade del Piemonte, molte delle quali sono vecchie e rischiano di non essere in grado di sostenere questo traffico”.
Siamo ad un passo dalla preistoria. E’ il collasso del Nord, l’ultimo colpo di grazia. Un governo che ha scelto di chiamarsi fuori da un sistema internazionale nel quale il solo Marocco sta sviluppando 300 km di rete ferroviaria ad alta capacità, creando uno dei tre potenziali ”missing ring” (di cui uno tra Francia e Spagna, mentre l’altro è il terzo valico), nella rete europea che collega Budapest ad Algeciras, insiste Foietta con l’Agi, “indica un provincialismo assurdo, che dimostra che non si vuole capire che si deve ragionare a livello globale”. “A furia di dire no a tutti i progetti della pianura Padana – avverte – rischiamo che venga dato il via alla Budapest-Lione, con cui l’Italia sarà tagliata del tutto fuori dal corridoio europeo, e questo Governo sarà ricordato per il fallimento dell’Italia”.
Per il fallimento del Nord, caro Foietta.
Roberto Bernardelli, presidente Confederazione Grande Nord