Al congresso del BARD del 2013 a Pedavena, il mitico Durnwalder raccontò come i presidenti del Sud-Tirolo fossero da sempre impegnati a garantire la viabilità. Dalla città alle malghe l’accessibilità era la loro priorità: in montagna senza strade non si vive!
Mai come in questi primi mesi del 2017 risulta evidente nell’area deVASTAta Belluno-Dolomiti che le considerazioni di “Durni” fossero quanto mai opportune: le vicende di Veneto Strade e della galleria Comelico sono segni inequivocabili.
Al di là del fil-rouge governativo che le unisce e che risponde al nome di Graziano Delrio (vedi ”legge Delrio olocausto delle Dolomiti”) è evidente come la politica dell’emergenza e del posticipo caratterizzino questo paese.
Dal 2015 la stoica Alessandra Buzzo riceve promesse milionarie (18 milioni prima, 55 milioni poi) per futuribili progetti di paramassi, sistemazioni e nuove gallerie.
E’ una nazione della quale fidarsi questa? Il fatto che gli eletti in questo territorio ci credano portando con loro le speranze di tanti Dolomitici non significa che non vi siano altre strade. Anche il BARD continua a fidarsi dell’Italia captando le speranze di tanti Dolomitici. Ma è una speranza nella quale credere quest’Italiaccia che tratta tutti alla stessa maniera, in un buonismo di facciata che non fa altro che foraggiare i furbetti a spese di territori virtuosi come Belluno-Dolomiti?
Indipendenza veneta o morte italiana? Noi Dolomitici vogliamo vivere!
Massimo Vidori
1° Consigliere Nazionale di Indipendenza Veneta