Le ragioni del Nord buttate sul letto di Procuste

GOVERNO: DON GALLO,PD-M5S INCOMPRENSIONE NO INCOMPATIBILITA'di GIUSEPPE REGUZZONI

Non è la prima volta che l’Italia è governata dai poteri forti. In fondo, questa Italia l’hanno fatta loro, l’hanno costruita a loro immagine e somiglianza e l’hanno sempre difesa col sangue nostro e altrui, mai con il loro. Ce lo ricordano questi giorni del centenario della Prima Guerra Mondiale che riportano alla memoria il bagno di sangue delle trincee, l’«inutile strage» denunciata dall’allora pontefice, Benedetto XV, che il generale Cadorna avrebbe voluto fucilare come disfattista. Ce lo ricordano questi centocinquant’anni di storia, scritta col sangue e con l’inganno, le stragi di Stato mai spiegate, gli intrighi di potere e gli accordi occulti tra una falsa Destra e una falsa Sinistra al servizio di Roma. Lo Stato, per Lorsignori, è una cosa che si costruisce dall’alto e a cui si deve semplicemente aderire. Fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani, che piaccia o no ai diversi popoli d’Italia. Fatta la loro Europa, bisogna fare gli Europei, che piaccia o no a quel che resta dei popoli d’Europa, in attesa del grande governo mondiale o, per dirla con Mario Monti del «governo tecnico della Società».

Ogni volta che il meccanismo si inceppa e va in crisi hanno pronta la loro ricetta di emergenza: lacrime e sangue, altrui, ovviamente … Il punto è che il meccanismo non può non incepparsi, perché è nato male, cioè contro la realtà. La politica è l’arte di amministrare quel pezzo di realtà che si chiama società, non di adattarla ai propri fini e interessi. Sono i dittatori a voler adattare i popoli e la realtà ai loro folli disegni di potere e, alla lunga, vanno sempre a finire male, trascinandosi dietro una lunga scia di lutti e di dolore. Lorsignori hanno deciso che questa Europa, quella che hanno in mente loro, sia il nostro bene e intendono imporcela in tutti i modi, che ci piaccia o no. Il Bilderberg non è una leggenda, ma un club di ricchi signori che vogliono ridisegnare il mondo a loro piacere. La Trilaterale non è una fiaba per spaventare i bambini, ma un potere finanziario semiocculto. Goldman Sachs non è un’invenzione della propaganda comunista, ma la banca delle banche, la banca dei Padroni del Mondo. Il Corriere dei Servi tempo fa aprì irridendo i quotidiani “comunisti” che osano prendersela con i poteri finanziari: «Uno spettro si aggira per l’Europa, lo spettro del capitalismo tecnocratico, della dittatura delle banche, dell’imperialismo finanziario». Il Lupo che dice a Cappuccetto Rosso: non crederai mica davvero a quelli che ti dicono che voglio mangiarti, guarda che sono solo un cagnone che vuole giocare con te … Voleva far sorridere, il Corrierone, con queste sue battute; voleva ridicolizzare quelle che chiama «teorie cospirazioniste», dimenticando che non c’è modo migliore per nascondere una cospirazione che negarla, ironizzando su chi ne denuncia gli indizi.

La stampa unica ci considera degli idioti da far su con quattro balle. Il conflitto di interesse, ovviamente, era solo quello di Berlusconi, non quello dei due Marii, Draghi e Monti, e del loro stretto rapporto con Goldman Sachs. La notizia dell’affiliazione dei Supermarii a quel sistema (privato) di potere non viene certo da qualche sconosciuto studioso di poteri esoterici. Era ed è, nero su bianco, sui profili wikipedia dei due personaggi. Era ed è sulle loro note biografiche ufficiali, ma non è una notizia banale… Guai, però, ricordare, anche solo di striscio che in democrazia la politica, cioè la volontà del popolo, viene prima della finanza. Guai anche solo accennare al fatto che un governo tecnico è un ossimoro, una contraddizione logica e terminologica. Non si governa, se non a partire da una certa idea della politica e della società.
Narra un’antica leggenda greca che nell’Attica vivesse un brigante che, lungo la via tra Eleusi ed Atene, aggrediva i viandanti e li torturava, facendoli sdraiare su un letto di metallo. I poveretti venivano stirati a forza, se troppo corti, o amputati, se sporgevano dal letto. L’Europa delle banche e dei banchieri non ha nulla intorno a cui raccogliersi se non il proprio idolo – l’Euro -, e ad esso è disposta a sacrificare qualunque cosa. Non è la loro idea di economia a doversi adattare alla realtà, ma la realtà a doversi adattare al loro idolo. È la libertà di tutti noi a rischiare di finire su questo orrendo letto.

Per questo oggi è più che mai evidente la contrapposizione tra gli interessi e l’identità del Nord, o quel che ne resta, e il “governo “tecnico”, di Roma e di Bruxelles. L’esistenza stessa di voci di dissenso oggi è percepita da Roma come una minaccia. I Salvatori non si toccano. Persino certi ambienti vaticani hanno deciso di stare al gioco, certo non a caso. Se Parigi (o Roma) val bene una Messa, anche il celebrante può portare a casa qualcosa, soprattutto se è disposto a qualche compromesso. Una spruzzatina d’acqua santa non basta, però, a cambiare la natura delle cose. Non è in gioco l’onestà personale di questo o quel ministro, la sua storia o i suoi valori di riferimento, ma l’uso che di questi valori stanno facendo i registi di questa operazione per giustificare l’ingiustificabile. Anche per i valori cattolici, l’abbraccio della tecnocrazia bancaria è un letto di Procuste, oltre che l’ultima, disperata, tentazione.

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