di Gigi Cabrino – Si tornerà presto a parlare di pensioni per evitare il ritorno della Fornero dal 2023.
E’ interessante rileggere uno studio pubblicato da Il Sole 24 ore tre anni orsono.
In questo reportage si provava a calcolare l’importo di un eventuale “ stipendio” che spetterebbe ai nonni per il grande servizio che rendono alle famiglie in termini di aiuto ed assistenza ai bambini ma non solo; bene, rapportate le ore dedicate dai nonni al trasporto dei nipoti a scuola ed alle varie attività, all’assistenza, al supporto alle mamme che possono permettersi di non lasciare il lavoro contando sul loro aiuto, al dog sitting etc… si è calcolato che al nonno medio spetterebbe una retribuzione di oltre 2mila euro mensili; tanto è ciò che permettono i nonni di risparmiare ai loro figli non ricorrendo a professionisti o a servizi a pagamento.
Lo studio del giornale di Confindustria , confrontando diversi report, osserva che i nonni sono “un po’ autisti e un po’ chef, ma anche baby sitter, dog sitter e tuttofare. A ogni lavoro svolto in favore della famiglia il portale ha preso in considerazione le paghe orarie ufficiali di chi effettivamente esercita gli stessi mestieri da professionista. Si parte dal passaggio per portare a scuola i nipoti, per il quale un autista privato avrebbe un compenso di circa 18 euro all’ora. Poi le incombenze domestiche e i piccoli lavoretti necessari, dal sistemare la perdita del rubinetto in cucina al cambiare una lampadina (una colf può costare fino a 15 euro l’ora, mentre il tuttofare ha un un costo medio di 25 euro ogni mezz’ora di servizio). Poi il pranzo, con quelle ricette dei nonni che tutti hanno nel cuore: uno chef a domicilio costerebbe 55 euro l’ora. C’è anche il tutoraggio per svolgere i compiti, che potrebbe costare fino a 20 euro l’ora. O l’animatore per feste di compleanno o svago dei nipoti (per l’animazione compensi orari da 50 euro). E poi quella consulenze psicologica che solo i nonni, con la loro saggezza ed esperienza, sanno dare: se fosse remunerata potrebbe costare fino a 55 euro l’ora”.
Inoltre in tempo di crisi, pur con pensioni non certo alte risulta che un nonno su tre sostiene il bilancio delle famiglie dei figli.
“Secondo una indagine della Coldiretti per il 37% degli italiani i nonni danno un determinante contributo al reddito familiare. E questo nonostante il 63,1% prenda meno di 750 euro al mese. Il 35% guarda ai nonni come a un valido aiuto per i bambini fuori dall’orario scolastico, il 17% ne apprezza consigli ed esperienza. C’è poi un 4% che si avvantaggia del sostegno a livello domestico dei nonni. La presenza dei nonni rappresenta anche un fondamentale veicolo per tramandare le tradizioni alimentari di famiglia”.
Importante , poi, il ruolo dei nonni nel permettere la continuità lavorativa delle mamme.
“Una ricerca condotta dall’Università Bocconi di Milano attesta che se i nonni si prendono cura dei nipoti le mamme hanno il 39% in più di probabilità di entrare nel mercato del lavoro o di mantenere il posto di lavoro. Ancora oggi, infatti, molte donne sono costrette a lasciare il posto di lavoro perché la carenza di posti negli asili nido in Italia è molto forte. E se non c’è l’aiuto dei familiari non hanno altra scelta che licenziarsi. L’Italia è uno dei Paesi europei con i livelli più bassi di occupazione femminile, ferma alla media nazionale del 50,2% rispetto agli obiettivi di Lisbona che vorrebbero l’occupazione femminile al 60%. Chi non può godere dell’aiuto dei nonni, per la carenza di asili pubblici, è costretto a pagare l’asilo privato a caro prezzo (in media 4.500 euro l’anno) o la baby sitter. È stato calcolato che in Italia si spendono circa 2,4 miliardi in baby sitter”.
Tutti elementi, questi, che dovrebbero indurre a considerare le pensioni non tanto come un costo sociale di cui sarebbe meglio fare a meno, ma un vero pilastro del welfare familiare; non sono pochi, infatti, a parlare di un vero e proprio “welfare dei nonni”.