Le imprese lombarde non strappano con la Russia, forniture non interrotte

Le imprese lombarde e del Nord Italia guardano con timore all’evoluzione del conflitto in Ucraina. Nessuno strappo però: al momento, stando alle prime informazioni in mano alle associazioni di categoria, non risulta che grandi aziende abbiano deciso di interrompere le forniture alla Russia, come alcune multinazionali. Secondo le stime di Assolombarda, snocciolate negli ultimi giorni dal presidente Alessandro Spada, quello russo è un mercato che vale l’1,6% dell’export regionale: tra gennaio e settembre 2021 quasi 1,6 miliardi di euro dei 100 miliardi totali messi a segno dalle imprese lombarde. Un terzo di quanto viene esportato dalla Lombardia verso la Russia riguarda il comparto della meccanica, un sesto la moda e un settimo la chimica. Chiaramente, oltre alle ripercussioni immediate sugli scambi commerciali, le preoccupazioni di Assolombarda sono soprattutto per l’ulteriore impennata dei prezzi dell’energia, visto che il 18% dei consumi lordi nazionali sono soddisfatti dal gas naturale russo. Le aziende intanto, piuttosto caute, riflettono sul da farsi. Al momento non ci sono segnalazioni particolari di grandi imprese disposte a tagliare i ponti con la Russia, ma tutte le valutazioni del caso saranno fatte comunque nei prossimi giorni, anche in relazione alle prosecuzione delle ostilità.

Intanto le associazioni di categoria iniziano ad informare le imprese sui rischi che corrono e sulle possibilità di manovra. Assolombarda ha aperto un desk sul proprio sito online per rispondere alle domande degli imprenditori sull’impatto delle sanzioni e su come affrontare i rincari dell’energia. Confindustria invece ha organizzato un webinar con quasi 300 aziende di Brescia, Trento e Verona, per fare il punto sulla situazione. Nel caso della provincia bresciana, per esempio, l’interscambio con la Russia e con l’Ucraina non è così elevato. Sul fronte delle importazioni, i rapporti commerciali con Mosca nel 2020 rappresentavano lo 0,5% del totale, il 3,8% per le esportazioni. Dati simili nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2021: il dato sulle importazioni non supera lo 0,4% del totale, il 3,9% per l’export. Leggermente più alti i dati relativi al rapporto tra la provincia bresciana e l’Ucraina. Infatti, tra gennaio e settembre 2021 le importazioni hanno rappresentato l’1,8% (numero in forte discesa rispetto al 4,2% registrato nelle stesso periodo del 2020) del totale dell’interscambio commerciale, le esportazioni il 3,8%. Insomma un volume d’affari comunque significativo, ma molto marginale rispetto ai rapporti che le imprese lombarde hanno con altri Paesi. Ad ogni modo, per il momento molti imprenditori preferiscono non esporsi in attesa di capire come si concluderà l’invasione russa.

 

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