La CICALA – non sono pochi clienti di banche e assicurazioni che esprimono una caduta di conoscenza e professionalità per chi lavora in Banca o in assicurazione. Capita che si venga contattati dalla propria banca o l’assicurazione per un nuovo prodotto o un servizio e poi il cliente domandi: il costo di un finanziamento, il tasso di interesse di un prodotto e quale sia la soglia d’usura, il costo di una cassetta di sicurezza… Ma se si entra nello specifico della proposta o del perché, le risposte sono vaghe o superficiali. Se mi proponi una polizza, un mutuo o un prestito personale o un affidamento per la mia impresa mi aspetto e vorrei avere un interlocutore preparato!
Faccio una breve verifica e scopro che la cultura tecnica e professionale dei 320.000 bancari e delle centinaia di migliaia di dipendenti delle assicurazioni è finanziata spesso dal Fondo Banche e Assicurazioni costituito nell’aprile del 2008 dal Ministero del lavoro (Ministro Cesare Damiano) e le tre organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil al fine di finanziare i piani di formazione delle Banche e Assicurazioni con differenti importi dai 70.000 euro per le piccole imprese fino a 250 dipendenti ai ben 6.440.000 euro per le imprese oltre i 40.000 dipendenti.
Banche e assicurazioni versano contributi all’INPS che li gira a questo fondo che ha personalità giuridica e lo Stato ci mette soldi perché così rispetta gli articoli 3,4, 35 e 38 della Costituzione italiana. Tutto bene ? Direi proprio di no, perché rispetto al passato dove questi dipendenti potevano fare riferimento a guide interne chiare e corsi di formazione in aula con docenti qualificati, sono stati obbligati a seguire corsi a distanza – tramite lezioni a video o audio – con dei test che sino a quando non fornisci la risposta corretta ti ripresentano la domanda e la risposta giusta…….per cui queste lavoratrici e lavoratori hanno ben poca volontà di essere coinvolti nella lezione virtuale.
Grandi banche e assicurazioni attingono milioni di euro dal FONDO per ottenere liquidità e acquistare mezzi di comunicazione quali tablet o la creazione di postazioni specifiche nelle agenzie dove il dipendente si reca per fruire della lezione a distanza. Questo è oggi il criterio per formare i propri collaboratori. Ecco perché i clienti non hanno risposte precise e concrete. Fino a pochi anni fa in aula direttori di agenzia o specialisti per le imprese si potevano confrontare, acquisire informazioni dal docente e dagli stessi colleghi e poter fornire al cliente successivamente un miglior servizio. Il prossimo futuro vedrà aumentare la poca conoscenza di norme quali il contrasto al riciclaggio, l’usura, la trasparenza bancaria la normativa sull’abuso dei mercati finanziari. Colpa dei lavoratori che non si applicano anche nella lezione virtuale ? Ma non fatemi ridere !!
Oramai conta solo vendere più polizze auto (in banca) o prodotti finanziari ( in assicurazione) e conoscere solo il minimo …sindacale, poi alla prima domanda concreta vedo lo sguardo del bancario o dell’assicuratore che fissa il vuoto….perché non sa darmi una risposta !! Ma i sindacati perché firmano accordi che permettono alle aziende di fruire con grande dominanza dei corsi virtuali e non chiedono riscontri alle attività di questo tipo di formazione ?? Come ? un metodo potrebbe essere quello che i sindacati facciano delle interviste ai propri iscritti, e coinvolgano poi l’azienda sulle risultanze al fine di poter effettuare correttivi.
(Kevin Kruse)