di ANGELO VALENTINO – Il recente dossier di OPENPOLIS, la fondazione che studia i dati della politica e dell’economia in modo indipendente e superpartes, decreta che siamo il paese del Mediterraneo più arretrato e senza via d’uscita grazie ad una amministrazione della cosa pubblica inadeguata e centralista. Dove finiscono gli stanziamenti per il lavoro e i giovani se i numeri sono questi? Scrive infatti la fondazione che “i dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una newsletter mensile di brevi notizie, con link per approfondire. Alcuni numeri per raccontare la situazione occupazionale in Italia e in Europa. Leggi il report “Occupazione 2020”“.
Ecco la sintesi…
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i punti di distanza tra il tasso di occupazione italiano nel 2018 e il target nazionale 2020.
Il primo obiettivo della strategia Ue per la crescita è il conseguimento di un tasso di occupazione del 75% entro il 2020. Questo target generale è stato tradotto dagli stati in target nazionali, individuati in base alle rispettive situazioni economiche e sociali di partenza. Scopri che cos’è Europa 2020
63%
il tasso di occupazione dell’Italia nel 2018.
Dall’inizio della recessione nel 2008, il tasso di occupazione in Italia si è ridotto di anno in anno, fino a raggiungere nel 2013 il livello più basso del decennio. Dall’anno successivo, ha invece preso il via un aumento costante dell’occupazione, che nel 2018 è tornata al livello pre-crisi. Persistono tuttavia profonde differenze regionali e difficoltà per donne e giovani ad accedere al mondo del lavoro. Vedi l’andamento
35
i punti di differenza tra il tasso di occupazione di Bolzano e quello della Sicilia nel 2018.
In Italia esistono gravi disparità tra le regioni del paese e il tasso di occupazione non costituisce un’eccezione. Nel 2018, tutte le regioni del nord hanno una percentuale di lavoratori superiore al 63%, mentre le regioni del sud presentano i tassi di occupazione più bassi del paese. Guarda la classifica
28
i punti di divario occupazionale tra padre e madre in Italia nel 2017.
La disparità uomo-donna nel livello di partecipazione al mercato del lavoro è ancora elevata in tutta Europa. Il divario di genere a livello di occupazione dipende in gran parte dal fatto che le responsabilità di assistenza nei confronti di altri individui, in particolar modo la genitorialità, spesso ricadono unicamente sulla donna e non sull’uomo. Vedi il dettaglio
23,4%
i neet in Italia nel 2018.
Riguardo la situazione occupazionale giovanile, l’Italia presenta criticità maggiori rispetto a gran parte dei paesi Ue e non solo a livello lavorativo. È necessario sottolineare l’esistenza di un gruppo di giovani che, oltre a non essere occupati, non sono inseriti in un percorso di istruzione né di formazione. Leggi l’analisi completa
Manca una tabella: e adesso vota! Chi? Coloro che ci stanno portando verso la fine? Coloro che hanno consolidato questo status quo?