di ANGELO VALENTINO – Così come la libertà non è stare sopra ad un albero, così l’autonomia non ha colore, non è né di destra né di sinistra. E’la legittima aspirazione a vedere riconosciuti spazi di autodeterminazione, di autogoverno. Prendiamo ad esempio i catalani. Vi sono partiti indipendentisti che sono di sinistra così come di destra, ma ciò che li accomuna è qualcosa che va al di là della loro visione di società, di economia, ed è l’obiettivo essere indipendenti. Su questo principio, la totale autoderminazione dal governo centrale, sono completamente d’accordo e su questo principio hanno combattuto Madrid. La questione non è quindi la collocazione politica di un partito, ma la sua emancipazione rispetto ai diritti fondamentali. Tanto che sulle questioni etiche il più delle volte i partiti indipendentisti non prendono posizioni dogmatiche su certi temi, non sono “confessionali”. E la trovo una scelta di grande civiltà.
Oggi il dualismo tra Nord e Sud nel nostro paese è ancora motivo di gravi fratture e di blocco dello sviluppo. Nord e Sud sono due Italie, lo sono nella gestione della cosa pubblica, lo sono nel voto che si orienta dove si spera un ritorno di opportunità, lo sono nella diversa classe politica, lo sono nel modo di fare impresa, di gestire le risorse, a partire dal turismo. Lo sono nella percezione della legalità, nel pagare le tasse, nell’evadere le tasse, lo sono nella scolarizzazione, lo sono nel residuo fiscale, nel costo della vita. Due pezzi di Italia con due diversi bisogni di Stato. Uno leggero, al Nord, e uno centralista, nazionalista, al Sud. E siccome le rivoluzioni partono sempre dal basso, la questione è strettamente legata alla volontà popolare. Il Nord l’autonomia la vuole, la cerca, l’ha legittimata nel voto popolare del referendum in Veneto e Lombardia, due regioni unite da storia, economia, società, cultura. Ma l’autonomia la volevano già da tempo, perché votarono a maggioranza anche per la devolution.
Oggi questi temi non più importanti per chi governa. Prima vengono i barconi, il resto non conta. E invece è il popolo che decide. L’autonomia, che è la prima conquista da raggiungere, consente al territorio di decidere se le risorse possono andare per le strade, la scuola e o anche per l’accoglienza. Non lo decide più Roma se ci sono risorse per il reddito di inclusione. Se il territorio trattiene le proprie tasse, e le imprese sono più leggere, si genera lavoro e si possono assistere disoccupati, anziani. giovani. Se il collettore resta sempre lo stesso, e convoglia tutto nello stesso imbuto come accade da decenni, il Nord continuerà a “mugugnare”, il Sud a sapere che tanto, mugugna mugugna, dal Nord arriverà sempre quello che hanno ottenuto senza cambiare marcia. Se il Nord trova libertà, che in queste condizioni sembra di dover scalare l’Everest, la strada si apre anche per le altre aree macroregionali del Paese che sentono stretto l’abito del nazionalismo a tutti i costi.
A Roma non lo capiscono e la prendono lunga…. Il Nord altri brodi lunghi però non ne vuole.