di RICCARDO POZZI – Ormai da molti anni sulle navi da crociera esistono aree attrezzate che simulano una parete rocciosa, vengono fatte per i clienti che desiderano imparare a scalare. La cosa in sé dovrebbe apparire almeno un po’ bizzarra. Infatti, se qualcuno vuole imparare ad arrampicarsi, sembrerebbe più logico che andasse in montagna e non su una nave. Eppure questa, come altre iniziative del genere, sembra incontrare il gradimento di molta gente.
Lavoriamo tutta la vita e su ciò che guadagniamo paghiamo pesantissime tasse, lo facciamo noi, l’hanno fatto i nostri padri e lo stanno facendo anche i nostri figli, in una regione che ogni anno produce molto di più di quello che riceve dalla Stato per pagare i servizi alla propria gente. Possiamo accettare questa nostra dazione come un contributo alle regioni meno “fortunate” e invece ci viene detto che, nonostante questo nostro pesante obolo, continuiamo ad accumulare debito. Lavoriamo, paghiamo, lasciamo allo Stato una montagna di denaro e ciononostante continuiamo ugualmente a indebitarci, tanto che impieghiamo decenni per terminare tangenziali e rifare ponti ormai marci, e non abbiamo mai risorse per nulla se non per pagare stipendi e spettanze.
Ma l’incredibile soluzione a questa condizione sembra, incredibile, essere quella di fare altri debiti, e noi accettiamo questa affermazione come una verità dignitosa, senza chiederci nemmeno più dove vanno a finire i soldi che già oggi produciamo ogni anno, che potrebbero servire a diminuire il nostro già misterioso indebitamento, che vengono incamerati da una cosa che hanno chiamato solidarietà nazionale ma che di certo non è solidale con noi.
Come mai? Perché nessuno trova questa situazione degna di una democratica ribellione o almeno di una forte protesta civica?
Semplice, perché ci hanno convinto che per imparare a scalare non è necessario andare in montagna ma dobbiamo rimanere a bordo di una nave.