di ANGELO VALENTINO - "Di conti parlo col capo del governo. Il Viminale elude le nostre richieste". Il leader della Cgil Maurizio Landini in una intervista al Corriere della sera annuncia quanto altri avrebbero dovuto già fare e cioè specificare che martedì non andrà al tavolo del Viminale mentre oggi sarà all'incontro di Palazzo Chigi. "Sarò a Palazzo Chigi -spiega- perché è normale che sulla legge di Bilancio il segretario generale della Cgil, come è sempre stato, abbia come interlocutore il presidente del Consiglio e quindi tutto il governo. Quel tavolo del resto è stato attivato dopo mesi di mobilitazione unitaria da parte dei sindacati confederali e introduce una novità importante per ora di metodo perché la manovra dell'anno scorso il governo non l'aveva discussa con nessuno". Quanto all'assenza all'incontro al Viminale sottolinea: "Semmai il problema è perché Salvini non è al tavolo della presidenza del Consiglio, dove c'è tutta la maggioranza. Il tavolo sulla manovra è uno, ed è quello di Palazzo Chigi. Del resto una deve essere anche la manovra. Se poi hanno intenzione di presentarne due diverse, ci avvertano per tempo perché il Paese avrebbe un problema serio. In ogni caso le fibrillazioni interne alla maggioranza non vanno scaricate su di noi, non vanno usate per strumentalizzare i sindacati". "Se poi i singoli ministri convocano incontri -aggiunge- la Cgil ci sarà, come sempre, ma con i segretari che hanno la delega per le specifiche materie. È singolare che Salvini voglia parlare di tutto tranne che dei temi che riguardano il suo ministero. Come, per esempio, della situazione delle forze dell'ordine che sono sotto organico, e delle loro condizioni salariali e di lavoro spesso non adeguate. O della decisione di chiudere i porti quando sono più i giovani costretti a emigrare all'estero che gli stranieri che arrivano nel nostro Paese".