L’Anci averte Roma: I Comuni non hanno soldi per i profughi ucraini

Occorre essere “efficaci nell’accoglienza dei cittadini ucraini” senza “andare in tilt come sistema dei Comuni”. Lo ha detto il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, delegato dell’Anci all’immigrazione, in audizione alle Commissioni Affari Costituzionali e Affari Sociali della Camera. “L’emergenza in corso vede un flusso di donne, anziani e bambini, categorie tutte particolarmente volturabili” ed “e’ difficile – ha osservato – ci sia uno scenario di breve durata”. L’Anci ha rappresentato una serie di osservazioni specifiche a governo e Protezione Civile, oggetto di emendamenti ai due decreti: le osservazioni riguardano in particolare “l’ampliamento della rete Sai (Sistema Accoglienza Integrazione)”, allo stato attuale “largamente insufficiente”. Per quanto riguarda la presa in carico dei minori stranieri non accompagnati, “abbiamo chiesto un fondo straordinario”, stimando un impegno complessivo fino a fine anno “intorno ai 230 milioni di euro”. A questo proposito, e’ stato presentato un emendamento, che prevede intorno ai 35-36 milioni: “Bene l’impianto, c’e’ da lavorare sulle cifre”, ha affermato Biffoni. L’Anci ha anche sollecitato l’attivazione di fondo per il rafforzamento dei servizi sociali dei Comuni, che “si faranno carico della situazione, ma abbiamo bisogno di aiuto”. “L’ospitalita’ presso privati cittadini ucraini – ha ricordato – rimane di gran lunga prevalente, con tutti i pregi ma anche i limiti dello spontaneismo. Ci sara’ la necessita’ che questa forma di accoglienza sia corroborata dal pubblico, per essere accompagnata dai servizio sociali affinche’ ci sia sostenibilita’ nel tempo, altrimenti le famiglie da sole non ce la fanno”. Infine, per quanto riguarda i 15mila posti di accoglienza in convenzione della Protezione Civile con il terzo Settore, “abbiamo delle perplessita’ e delle preoccupazioni, chiediamo che questo non comporti ulteriori oneri per i Comuni”.

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