“A Trump è successo quello che è successo a Berlusconi. Ha fatto un risultato eccezionale con tutta la stampa e i media contro”. Lo ha detto il responsabile Esteri della Lega Giancarlo Giorgetti a “L’Intervista di Maria Latella” su Sky TG24.
La lezione delle elezioni in Usa? “La presenza sul territorio e il contatto con le gente rimangono fondamentali. Ok i social, ma il contatto diretto con la gente conta e puo’ fare la differenza, e l’ha fatto per i democratici contro i repubblicani”. Meno social e piu’ comizi? “Magari, ma i comizi Salvini li ha fatti”, ammorbidisce.
“Trump ha fatto una sorta di miracolo ad arrivare probabilmente a perdere sul filo di lana. Ha raccolto milioni di voti in più rispetto all’altra volta, ma questa volta sono successe due cose diverse. Da una parte il Covid, se non ci fosse stata la pandemia Trump avrebbe vinto di larga misura perché avrebbe giocato tutta la partita sui dati dell’economia che fino a febbraio erano eccezionali. La seconda questione è che il partito Repubblicano non è il partito Democratico e Trump non aveva dietro tutto il partito Repubblicano. Da un parte c’era un uomo solo al comando e dall’altra un partito strutturato che questa volta si è schierato tutto dietro al proprio candidato”.
“Noi eravamo, siamo e resteremo amici degli Usa, la nostra scelta atlantica non è mai stata messa in discussione, è una ‘barra dritta’ che ci sarà anche con Biden. C’era probabilmente un’affinità politica maggiore con Trump, ma pensiamo si possano avere relazioni positive anche con la nuova amministrazione, se sarà l’amministrazione Biden”.
E sulla questione Ppe, Giorgetti ha precisato: uno spostamento della lega verso i Ppe è “una cosa che è stata montata mediaticamente: io ho semplicemente detto che chi vuole far politica in Europa deve capire cosa succede in Germania. Soprattutto deve capire chi sarà il successore di Angela Merkel. Se uno si estranea e non capisce quello che accade lì, come può pensare di giocare un partita o non dico di stringere alleanze, ma di avere quantomeno un dialogo? Bisogna uscire dal provincialismo dei palazzi della politica italiana e cercare di capire come vanno i flussi negli Stati Uniti e in Europa”.