di ANGELO VALENTINO – I centri commerciali hanno sostituito la rete del piccolo commercio di quartiere. Al posto delle nostre botteghe sorgono altre “catene”, quelle dei negozi etnici, dei kebab e delle cineserie. La Spagna ha fatto qualcosa di significativo di recente. Ha autorizzato importanti imposte regionali sui grandi stabilimenti commerciali. In altre parole, se almeno l’espansione delle multinazionali non si può fermare e se i piani regolatori dei Comuni accolgono l’insediamento di questi centri, almeno vi sia un contrappeso fiscale a beneficio della comunità. Le tasse puntano infatti a contribuire alla protezione dell’ambiente e alla pianificazione territoriale, tentando di correggere e compensare l’impatto dell’attività dei grossi supermercati. Lo ha persino stabilito la Corte di giustizia dell’Ue. Catalogna, Asturie e Aragona hanno infatti imposto tasse regionali ai grandi stabilimenti commerciali, per compensare gli effetti che possono derivare dalle loro attività. Il gettito viene infatti destinato a piani d’azione per ambiente e miglioramento delle infrastrutture. A nulla è servita la protesta dell’Asociación Nacional de Grandes Empresas de Distribución (Anged) che aveva contestato la legittimità delle imposte.
Perché la Regione Lombardia non prova a imporsi sul piano del costo sociale di questi ipermercati, e destina le tasse alla rinascita del piccolo commercio? Basta copiare!
*coordinatore Comitato Grande Nord Milano