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La sinistra ha perso gli operai, ha perso i lavoratori, ha annullato i pensionati. Ma difende le banche.

impotenza operaia

di STEFANIA PIAZZO – Ma la libertà non dicono che sia di casa più a sinistra che in altre bussole? Certo, se per libertà s’intendono soldi, fama, celebrità, ribalta mediatica, potere – istituzionale e bancario – a sinistra essere liberi deve
essere più facile che da altre parti.  Il potere operaio sta fresco, al suo posto la “fu classe popolare” che non conta niente è l’alibi buonista del potere dei pochi che decidono su tutto. In nome dei poveri, si capisce. È stato così anche per la scalata a Unipol. Lo hanno fatto per le famiglie italiane. Lo hanno fatto per dare ai ricchi e non per rubare ai poveri, affinché i ricchi provvedessero a pen-sare al futuro dei poveri.
È così vero che persino i no-global non hanno digrignato i denti. E che dire della libertà d’opinione, di manifestare il proprio dissenso anche attraverso la satira…
Ci meravigliamo che l’Islam mostri il suo volto feroce perché un giornale francese pubblica le vignette anti-maometto… ma ci dimentichiamo che la sinistra libera, in anticipo sui tempi, fece sbianchettare la presenza di Forattini sui giornali amici del potere operaio. Spedendolo in tribunale.
L’intolleranza nasce dalle stesse radici: quelle dell’ideologia che vuole governare, dominare l’uomo e controllarne il destino. Per il bene dei poveri, magari, che non saprebbero autogovernare gli eventi. Bastano pochi a decidere. Pochi a
scrivere, sempre le stesse cose.
Azz.. che sforzo di democrazia. La sinistra ha avuto la lingua lunga solo per sparare sulla legittima difesa della proprietà privata, e per dimenticare in fretta che ai poveri… poliziotti, lo Stato aveva cancellato con una Finanziaria l’indennità di mis-sione nelle scorte e nelle investigazioni e persino il rimborso delle spese non coperte dalla sanità nazionale per curare le ferite riportate in servizio, per tutelare tutti, ricchi e poveri.

Già, ma tanto che gliene fregava alla sinistra di sostenere i lavoratori che non sono celebri e liberi di essere ricchi? I poveri cristi non sono di moda, è più trendy fare il no-global che manifesta per le ingiustizie del mondo, per l’alta finanza – quella degli altri – per le multinazionali degli affari – degli altri, per spaccare le vetrate delle banche – degli altri. E le auto – meglio se grosse – degli altri.
Al popolo della fu sinistra non resta che un senso di frustrata impotenza davanti all’evoluzione della specie comunista. Dov’è la sinistra? Quali riforme vorrà mai portare se dovesse rigovernare? Per 50 anni non si era vista aumentare una pensione, per mezzo secolo non una lira in più per i figli nati o le case da costruire. Persino la scala mobile hanno svenduto, imponendo contratti nazionali unici per tutti, improponibili come tutti sanno e come molti ancora negano per fede all’ideologia.
Ma c’è un dramma che però percorre il Paese, da sinistra a destra: l’inesistenza di una classe politica capace di aprire le porte all’innovazione, alla competitività dei cervelli. Le fabbriche chiudono, non
s’inventa più nulla di nuovo… La de-voluzione, che è responsabilità e tra-sparenza di spesa, spaventa… Mi sa tanto che voterò chi mi indicherà la prima uscita di sicurezza. Non ci resta che la libertà di fuga.

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