di ALDO MOLTIFIORI – Come osservazione postuma alla prima parte e a proposito della sovranità degli Stati americani, merita solo di accennare il fatto che la California, il terzo degli Stati dove ho soggiornato, è addirittura una Repubblica sovrana ed indipendente. Su tutti i documenti ufficiali di quello Stato, così come all’ingresso dei suoi palazzi e pure sulla sua bandiera nazionale sta scritto a lettere cubitali:
REPUBLIC OF CALIFORNIA
Nel preambolo della sua Costituzione stanno scritte a chiarissime lettere la sua libertà e la sua sovranità che così recita:
Republic of California Constitution:
PREAMBLE: We, People of the State of California, grateful to Almighty God for our freedom, in order to secure and perpetuate its blessing, do establish this Constitution
Preambolo: Noi, Popolo dello Stato di California, grati a DIO onnipotente per la nostra libertà, al fine di assicurare in modo perpetuo la sua benedizione, ordiniamo questa Costituzione.
Cari amici lombardi è chiara la lezione di chi mette nel preambolo della propria legge fondamentale la propria libertà?
Cosa invece ho trovato dopo così lunga assenza?
Con grande tristezza questo lungo soggiorno si è tradotto in una acuta disillusione increspata da una qualche venatura di rabbia. Ho trovato dopo due mandati di Obama una società abbruttita, spaventata dal terrorismo islamico. Una società nella quale la miscela esplosiva composta dalla irrisolta questione razziale combinata ai devastanti effetti di una selvaggia globalizzazione, ha portato alla rivolta del ceto medio, quindi nei cittadini americani c’era ancora un antidoto contro il potere che usa il potere per sè e non per il popolo.
Su tutto poi grava come una pesantissima cappa oppressiva; il rampante centralismo di Washington con i democratici si è comportato sempre di più a similitudine di Roma e peggio di Parigi. Come dire il tramonto della libertà che lascia il posto ad una avanzata, della cultura della irresponsabilità e della dipendenza! Ma alla fine nel voto c’è stata una richiesta di riscatto!
Riuscirà Trump a riportare sicurezza?
Fra i tanti temi di conflitto, di regressione e di degenerazione che sono emblematici della caduta di quel mito, ho scelto quelli che mi sono sembrati più avvicinare gli U.S.A. a questo sgangherato paese che ci ostiniamo a chiamare Italia. Negli Usa più a Nord la questione fondamentale rimane quella razziale accentuata da quella del declino delle Istituzioni Statali oppresse da quella che ha sede a Washington, (Roma docet!) sempre più dominante ed oppressiva che a questo punto definire federale è un insulto a tutta la storia fondante di quel Continente. Fra i tanti componenti del puzzle americano di questo momento storico che l’America eredita nel dopo Obama ho scelto 9 espressioni della vita pubblica (6P) e privata (3p) che a mia percezione mettono a nudo il declino sociale e morale del mito americano.
- Le Élite di governo fuori dalla legge (P)
- Immigrazione o invasione (P)
- La questione razziale e il nuovo nazionalismo dei bianchi (P)
- Il fallimento dell’approccio americano al multiculturalismo (P)
- Il declino del civismo e della common law (p)
- La Libertà: i suoi nemici e i suoi costi (p)
- L’Ateismo: effetti dirompenti sulla vita privata e pubblica (p)
- La campagna elettorale negli U.S.A. la guerra per l’indipendenza americana di Donald Trump. (P)
Li ho scelti perché mi sono parsi i più inquietanti anche in relazione alle responsabilità della nuova Presidenza americana. Non ho voluto enfatizzare i numerosi problemi economici, che pure sono corresponsabili della caduta di quel mito americano almeno in termini di fiducia nell’intraprendere e nella autostima di sé.
Da ultimo ho volutamente trascurato tutti gli aspetti legati alla tecnologia e all’industria che pure negli USA sono ancora un fatto in straordinaria crescita perché li considero strumentali e non formativi della coscienza sociale e morale che viceversa erano fattori fondanti nei coloni americani che fondarono quella Nazione.
La questione americana, poiché così ormai dobbiamo cominciare a chiamarla, che, purtroppo, si aggiunge a quella europea (da anni in gestazione) viene a manifestarsi in uno scenario geo-politico globale che, ormai da parecchi anni, vede tutto l’Occidente sotto attacco da terza guerra mondiale. La dichiarazione di questa guerra avviene, e non tanto informalmente, con l’attacco alle torri gemelle, l’11 settembre del 2001, tanto che lo stesso New York Times ebbe a titolare, in quello stesso infame giorno, a piena pagina “Act of War”. Non si trattò di un atto di guerra ma bensì della dichiarazione della terza mondiale! È lo stesso Papa Bergoglio (sic!) ad averlo ammesso pubblicamente e a più riprese. Siamo in guerra da ben 15 anni; le due guerre mondiali che ci hanno preceduto sono complessivamente durate 10 anni. La domanda alla quale cercherò di rispondere con il reportage di questo viaggio è semplice ma al tempo stesso gravida di conseguenza per tutti, noi compresi: Siamo, oggi, in presenza di un declino della società americana o non piuttosto di una involuzione in senso autocratico della sua classe dirigente? Trump riuscirà nel miracolo dopo la ribellione del ceto medio? In altre parole nel prossimo decennio avremo ancora un America faro della libertà e della autodeterminazione? Infine; che ne sarà di quell’impegno preso dai Costituenti americani a Philadelphia nel lontano 1787 che così meravigliosamente recita:
ASSICURARE PER IL NOSTRO POPOLO E PER I NOSTRI POSTERI LA BENEDIZIONE DELLA LIBERTA’, DELLA SOVRANITA’ E DELL’AUTOGOVERNO.