La secessione al Sud clonata dagli astri cadenti del Nord

Persino il quotidiano Repubblica, quando il  professor Prodi compose il suo governo dopo aver battuto per un pelo il centrodestra, scrisse che nella provinciale contabilità delle poltrone ministeriali, compariva solo un rappresentante del Nord, una lombarda.

Eppure lo stesso Prodi aveva prima rassicurato che a fronte di  un paese «lacerato, spaccato, irrimediabilmente diviso», appunto, “il paese ha bisogno di un Nord forte e vitale che ne traini la riscossa”. Proprio per questo, sapendo che “al Nord sappiamo di dover dare molto”, il governo si piegò territorialmente ancora sulla rappresentanza del mezzogiorno. E persino a Repubblica scappò di scrivere, per la firma di Alberto Statera, che ci si trovava di fronte a “Quasi una secessione prodiana alla rovescia, romanocentrica, sudica, nonostante il veto al Ponte” sullo Stretto.

Ecco. Ora ci pensa qualcun altro a dire: Nord e Sud un solo destino. Visto che la rappresentanza settentrionale è scivolata come la falda tettonica, verso Sud, la “secessione sudica” plasticamente indicata da Repubblica è passata di mano dalla sinistra a chi un tempo rappresentava il Nord e ora ha cambiato destinazione. Un capolavoro dei tempi che cambiano.

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