di SERGIO BIANCHINI – La Ricetta per la scuola c’era. Ma la lega non la volle e sostenne incredibilmente Pittoni e Bussetti, due personaggi assolutamente assenti non solo nello scrivere ma anche solo nel suggerire una vera riforma.
Quando ero in Radio Padania e gestivo la trasmissione settimanale SCUOLA PADANA più volte spiegai le mie ricette per una vera riforma del sistema scolastico nazionale che correggesse le assurdità della graduatoria nazionale, dei trasferimenti automatici, delle supplenze in graduatoria. Tutti cioè i fattori organizzativi che generano il continuo disastro della scuola.
Spiegai il famoso PR 275 del 99, realizzato quando la sinistra cercava di contrastare la lega secessionista, che per la prima volta definiva, anche quantitativamente, una ripartizione del curricolo tra porzione Nazionale e porzione di Istituto, cioè locale. Si trattava di un 85 nazionale ed un 15 di istituto come percentuali del tempo scuola obbligatorio totale stabilito a livello nazionale dal Ministero.
La mia idea era di portare al 25% la porzione di curricolo locale dando alle singole scuole il potere di definire la parte local dei programmi e di gestire il personale ad essi dedicato.
Chiedevo inoltre di abolire il concorso nazionale introducendo concorsi territoriali su aree di circa 200 mila abitanti con la stabilità del personale assunto non più libero di ottenere il trasferimento nazionale che oggi produce il micidiale carosello dei docenti.
Proponevo di esternalizzare le supplenze, affidandole non a personale temporaneo assunto dallo stato ma a partite IVA o società esterne allo stato. Sarebbe così abolita l’assurdità delle assunzioni per anzianità e delle graduatorie provincial-nazionali dei supplenti.
Proponevo inoltre di ridurre il tempo scuola mostruoso dell’Italia, che si aggira sulle 30 ore settimanali per gli alunni, alle 24 ore della media europea e di portare a 12, anziché gli attuali 13, gli anni necessari per ottenere un diploma come avviene in Europa.
Nessuno di questi argomenti, ovviamente tabù per il vecchio meridionalismo della sinistra e del sindacato, piaceva ai dirigenti leghisti dei giovani padani ai quali invano chiedevo cosa proponessero nelle scuole.
La mia trasmissione settimanale piaceva moltissimo al folto pubblico che la seguiva ma dentro la Lega sui miei discorsi c’era la totale rimozione. Chiesi colloqui, scrissi lettere. Invano. Nessuna risposta di merito e nemmeno di cortesia.
Così per i vertici lega sono rimasti due referenti , Pittoni e Bussetti dei quali è impossibile leggere qualunque scritto sulla scuola e che sono la prova provata dell’enorme potere della politica sull’innalzamento al massimo vertice di governo di persone del tutto improbabili.