di ROBERTO PISANI – Ai più può sembrare una contraddizione parlare di identità dei popoli in un contesto, come quello attuale, di europeismo e globalizzazione, dove si stringono accordi commerciali e politici con stati così distanti da noi e non solo geograficamente. Invece no! L’identità dei popoli è sempre più importante e deve essere rafforzata proprio perché minata dalla corsa sempre più sfrenata al potere sovranazionale.
Ci vogliono tutti uguali per controllarci meglio, anzi chi non si adegua viene additato dai media e dai social come fuori dal tempo. Invece è l’esatto contrario. Non esiste niente di più moderno che mantenere le proprie radici e le proprie tradizioni. Una dimostrazione lampante viene da oltremanica dove l’Inghilterra, che pur non brilla in modernità, legata com’è alle sue tradizioni, sta cercando di trovare un accordo per finalizzare la Brexit, votata dalla maggioranza degli inglesi, mentre la tradizionalista Scozia si dichiara apertamente contraria all’uscita dall’Europa, e lo dimostra giorno per giorno, tra kilt e cornamuse.
E proprio qua il nodo della questione: bisogna lavorare per un’Europa costituita da macroregioni! Gli stati come li conosciamo adesso non hanno più ragione di essere perché il più delle volte sono accozzaglie di regioni che nulla hanno a che fare l’una con l’altra, frutto il più delle volte di una colonizzazione sfrenata di neanche tanto remota memoria.
L’esempio più vicino a noi, ovviamente, ce l’abbiamo proprio in casa. L’italico stato, unito a forza, e forse neanche troppa, dimostra ogni giorno di più di non essere una stato unico, né politicamente né economicamente. Ogni regione ha una sua storia, una sua economia, una sua lingua e le sue tradizioni.
Sarebbe troppo facile dire che il Nord è vittima e viene sfruttato dal centro e dal sud, basterebbe guardare il PIL e il disavanzo fiscale. Invece bisogna scavare più a fondo e capire il perché. Cultura? Propensione all’assistenzialismo? Forse un mix di tutto questo condito da altri fattori.
Sta di fatto che in qualche modo questo problema va risolto se non si vuole affondare e non lo si fa certo elargendo denari ai nullafacenti attraverso il reddito di cittadinanza.
E allora come? Riformando questo stato in senso confederato, ossia ogni macroarea (nord, centro, sud ed isole) stati confederati ognuno col proprio sistema economico e finanziario e ognuno sovrano rispetto ad ogni forma di centralismo. Insomma ognuno padrone a casa sua.
E quale dovrebbe essere il pilastro fondante di tutto questo: l’identità appunto.
Senza identità non può esistere nessun popolo. L’identità è come le radici di un albero: senza quelle l’albero muore.
E non esiste modo migliore per soggiogare un popolo che annientarne l’identità, la cultura, la lingua e le tradizioni.