Il governo separatista della Catalogna ha organizzato nei giorni di Natale un “summit” per preparare un nuovo referendum sull’indipendenza. Partiti separatisti o favorevoli al diritto all’autodeterminazione, sindacati, associazioni: tutti sono invitati in Parlamento dal presidente catalano Carles Puigdemont per costituire un “Patto nazionale per il referendum” che dovrebbe tenersi, secondo i loro auspici, nel settembre 2017. Madrid rifiuta sempre questa consultazione, sostenendo che sulla questione dovrebbe pronunciarsi l’intero popolo spagnolo e non solo i catalani. Ne consegue che un eventuale nuovo referendum sarebbe illegale come già quello organizzato nel novembre del 2014. Ma i separatisti assicurano che si organizzeranno nell’ombra per fare in modo che questa volta il referendum sia legittimo. “Non possiamo scoprirvi le nostre carte, dobbiamo essere furbi”, ha commentato Marta Pascal, coordinatrice generale del Partito democratico di Puigdemont (conservatore e nazionalista).
Intanto è stata diffusa la notizia che l’ex presidente del governo regionale della Catalogna, l’indipendentista Artur Mas, sarà processato a febbraio per “disobbedienza grave”, per aver organizzato nel 2014 una consultazione sull’indipendenza della sua regione, che era stata vietata dalla magistratura spagnola. Le udienze si terranno dal 6 al 10 febbraio, ha annunciato il giudice responsabile del dossier. Alla guida della regione da fine 2010 a inizio 2016, Artur Mas ha reagito sul suo account di Facebook dicendo che affronterà il processo “a testa alta e con la convinzione di aver fatto il proprio dovere”. Insieme a Mas saranno processati l’ex vice presidente della regione, Joana Ortega, e la responsabile del dipartimento dell’Educazione, Irene Rigau, che aveva fatto aprire delle scuole per il referendum.