La quiete dopo la tempesta 3/ Fate rinascere il lavoro del boscaiolo e dei vivai veneti

boscaiolo2di CORRADO CALLEGARI – Per rimboschire serviranno  almeno 50 milioni di giovani piante. Ed è fondamentale che siano di origine locale.

Da questo punto di vista il Veneto è ottimamente attrezzato perché dispone di una rete di oltre 100 popolamenti da seme censiti e classificati che permettono di raccogliere nel territorio regionale ogni tipo di materiale di propagazione (semi, materiali vegetativi per le azioni di bioingegneria).

Le quantità di piantine necessarie corrispondono alla capacità produttiva di un medio vivaio forestale di Oltralpe (Paesi in cui si usa sistematicamente la rinnovazione artificiale). Non vi è quindi alcun problema tecnico-organizzativo per produrle in Veneto.

Già oggi il Vivaio di Montecchio Precalcino (gestito dal Centro per la biodiversità vegetale ed il fuori foresta di Veneto Agricoltura) ha oggi strutture che permettono di produrre un milione di piantine all’anno e può essere potenziato fino ad una capacità produttiva di 3 milioni di piantine /anno. Ma il grosso della produzione dovrà avvenire nell’ex vivaio regionale di Sospirolo, oggi COP dei Servizi Forestali di Belluno. Sospirolo dovrà essere riaperto ed attrezzato con moderne linee di produzione di piantine con pane di terra.

Per le piante per gli interventi in alta quota infine andrà potenziato il Vivaio di Pian di Spini, nella Foresta del Cansiglio, da tempo specializzato nella produzione di specie adatte ad intereventi di ricostruzione della vegetazione in ambienti spiccatamente alpini.

A VENETO AGRICOLTURA E NON AI CARABINIERI LA SEDE DI DOGANA DI PERI

Un tema da affrontare in modo collaterale è quello dello stabilimento di Dogana di Peri, nato come centro per la raccolta e la lavorazione delle sementi forestali per l’Italia settentrionale e recentemente trasformato in Centro per la Biodiversità. La sua attuale gestione da parte dei Carabinieri forestali pare anacronistica e varrà la pena approfittare dell’attuale fase di grande crescita della domanda di sementi forestali per affidarne la gestione a Veneto Agricoltura, in modo da avere un unico soggetto che opera lungo tutta la filiera della produzione delle piantine forestali. Le altre Regioni dell’Italia settentrionale potranno essere chiamate a contribuire al suo funzionamento visto il servizio che lo stabilimento di Peri potrà fare anche per altri territori.

 

AZIONI COLLATERALI

Non si tratta solo poi di mettere in atto azioni di bonifica, riforestazione e vivaistica, ma anche di considerare il bosco come essere vivente che ospita altri esseri viventi. Va pianificata un’azione di contenimento delle popolazioni di ungulati nelle aree maggiormente colpite, adeguando i piani di prelievo delle riserve di caccia alpine. In questa fase devono venire prima gli interessi della ricostruzione boschiva.

Nelle foreste demaniali dovrebbe essere consentito il controllo attivo dei cervidi per evitare il ripetersi di situazioni analoghe a quelle che da tempo patisce la Foresta demaniale del Cansiglio, ora tra l’altro danneggiata in modo grave.

Infine non va sottovalutato il rischio che nelle estese tagliare a raso e nelle aree di crollo localizzato possano insediarsi specie vegetali esotiche dotate di grande aggressività (specie invasive) che potrebbero compromettere la ricostruzione delle biocenosi originarie. A tal fine va attivato da subito il controllo dei nuclei delle specie invasive più pericolose.

Da ultimo si ricorda che nei boschi tagliati a raso o fortemente diradati prendono velocemente piede varie specie che producono frutti eduli (mirtilli, lamponi, more, fragoline di bosco) la cui raccolta regolata può generare importanti opportunità di reddito, come avvenne negli anni ’20-’40 nei boschi dell’Altopiano di Asiago. Per valorizzare queste produzioni sarebbe importante attivare fin da subito contratti di filiera con le ditte locali che li utilizzano per la produzione di distillati, confetture, basi per gelati, ecc.

 

 

PIANI ECONOMICI

I boschi sono cambiati, devono essere rivisti anche i Piani economici di gran parte delle foreste del Veneto.

Anche sulla scorta delle indicazioni del Decreto Legislativo n.34/2018 in relazione ai vari livelli della pianificazione forestale, vanno rivisitati i  contenuti dei Piani relativi alle superfici maggiormente colpite dall’evento, prevedendo la revisione dei particellari, inventari con sistemi innovativi, l’eventuale ridefinizione degli habitat di Rete Natura 2000, le azioni di ricostituzione boschiva.

In molti casi le previsioni dei piani sono da rivedere in modo profondo per adeguarle al nuovo quadro imposto dalla tempesta Vaia, puntando nel breve periodo alle azioni di ricostruzione delle superfici danneggiate dagli schianti.

Nel medio-lungo periodo si dovrà cambiare passo e, smaltita l’ondata di legname originata dagli schianti, si dovrà aumentare in modo significativo la ripresa, passando da una ripresa media a livello regionale del 30% dell’incremento corrente (tra le più basse in Europa!) ad una ripresa di almeno il 60% (raddoppio della ripresa). In questo modo si potrà mettere mano in modo ordinato ad azioni di miglioramento compositivo-strutturale dei boschi, prima che questa venga imposta in modo catastrofico da danni biotici ed abiotici (attacchi di insetti, schianti da vento, neve, galaverna).

Il Veneto dovrà abituarsi a vedere molti più camion di legname correre lungo le sue strade, facendo di tutto perché essi non puntino verso nord  (Austria) o verso ovest (Trentino) ma vadano invece verso sud (pianura) o restino (meglio) sul posto.

 

PIU’ BOSCAIOLI

Mediamente una ditta boschiva nel Veneto è composta da due addetti e lavora meno di 2.000 m3/anno! La dotazione di macchine è quasi sempre di tipo tradizionale e solo poche ditte dispongono di cantieri ad elevata meccanizzazione. Per permettere una maggiore capacità di lavoro e, cosa importantissima, abbassare i costi di utilizzazione ed aumentare la sicurezza sui cantieri forestali (oggi tra i più pericolosi) è quindi importante favorire la crescita operativa delle ditte.

Questa può avvenire da un lato mettendo a disposizione risorse agevolate per l’acquisto di moderni macchinari, dall’altro agendo sulla qualificazione del personale (l’uso di macchine complesse richiede grande competenza).

Print Friendly, PDF & Email
Articolo precedente

Il popolo in Svizzera decide. In Italia fa la fame.

Articolo successivo

Il governo del cambiamento: spread 336, pensioni meno 30 per cento