di MASSIMILIANO PRIORE – Voglio tornare su Sanremo ma non mi riferisco all’edizione di quest’anno e al mio concittadino Mahmood, ma a quella del 1952, in cui trionfò “Vola colomba”, cantata da Nilla Pizzi. A un ascolto superficiale, sembrerebbe una canzone d’amore. In effetti, lo è, ma gli amori sono due. Insomma, è meno semplice di quanto sembri e ha delle implicazioni interessanti.
Ho scoperto questa cosa grazie alla mia mamma, che mi raccontava che nel suo quartiere questa canzone veniva messa su a tutto volume dai fascisti. Si sa che la mamma ha sempre ragione e, infatti, se si fa una ricerca in Rete si scopre che il brano fa molti riferimenti alla divisione di Trieste, che nel 1952 non era ancora interamente italiana. Pertanto, amor di patria e amor di coppia.
Ho pensato di scrivere questo pezzo durante la conferenza sul “Giorno della Memoria”che si è tenuta nella sede del Consiglio Regionale. Come giornalista iscritto all’Albo, devo andare a una serie di eventi per accumulare crediti per la “Formazione continuativa obbligatoria”. E devo dire che sono ore spese bene perché posso imparare o approfondire molte cose. Una di queste è che si parla di lingua istroveneta, abbastanza diffusa e parlata comunemente nelle terre di confine, tantoché Nazario Sauro si rivolgeva normalmente in questo idioma alle guardie asburgiche e che era normale parlarlo. Un’altra è che il Montenegro si chiamava “Albania Veneta”. La terza è che sotto il Leone di San Marco tutte quelle civiltà convivevano pacificamente. La quarta è che il bombardamento di Zara fu ai livelli di quello di Dresda, ma non ha (ancora) trovato il suo Vonnegut. L’ultima è una delle regioni che accolse più profughi fu il Lazio, facendo un po’ il paio con l’emigrazione veneta nell’Agro Pontino.
Come si vede, non ho trattato delle Foibe. Non sono uno storico e non ho le competenze per farlo. Volevo solo mettere in circolo alcuni elementi che concernono i veneti, soprattutto quelli dell’Istria e della Dalmazia e in generale la Repubblica di Venezia che ho appreso durante questo evento. Che è stato aperto da un ambro-friulano, Fabio Pizzul, consigliere del Pd.