La guerra santa contro la religione della vita

competitivitàdi MARIO DI MAIO – Se alle partorienti arabe viene data l’ assistenza di un ostetrico donna , oppure viene esclusa la carne suina dalle mense scolastiche per la presenza dei “figli dei marocchini” tra gli alunni pare si tratti di atti dovuti perche’ tutte le religioni sono uguali e a conferma viene chiamata in causa anche la Costituzione che sancisce la liberta’ di culto. Sembra quindi logico che gli ospedali e le scuole si attrezzino di conseguenza, indipendentemente da cosa pensano i pazienti e gli alunni non musulmani fruitori dei medesimi servizi anche se in maggioranza. Finora questo criterio e’ stato rispettato anche in materia di aborto, riconoscendo il diritto all’ obiezione di coscienza del personale medico e paramedico cattolico. Ma da un po’ sia in sede di corte europea che di “adeguamento della legislazione italiana” si mette in discussione questo diritto, e si parla anche apertamente di sanzionare gli obiettori. E se dovesse passare tale discriminazione, magari come “male minore” (aborto clandestino ) le conseguenze sarebbero anche piu’ gravi, perche’ prima o dopo introdurranno anche in Italia il “diritto umano all’ eutanasia” e gli obiettori cattolici verrebbero discriminati allo stesso modo. In Gran Bretagna e in altri Stati “piu’ avanzati” non mancano gli esempi di perdita del posto di lavoro. La verita’ e’ che non c’ e’ uguaglianza e che anzi esistono religioni piu’ “uguali” di altre perche’ al momento ritenute piu funzionali al raggiungimento del “nuovo ordine mondiale”, cioe’ quanto di piu’ antireligioso si possa pensare.

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