La gaffe di Matteo diventa virale sui social: davanti al manifesto pro indiani col presidente dell’America che li sterminò

salvini indianoHanno scritto su Facebook…

di DAVIDE VECCHI – Io non sono un leghista. La Lega l’ho prima studiata a scienze politiche, come unico partito nuovo con principi antichi: base di massa e ideologie condivise come la difesa del Nord intesa come minoranza schiacciata e oppressa da uno Stato centrale. Poi l’ho seguita per lavoro per tanti, forse troppi anni. E’ stato un fenomeno importante per il Paese, un fenomeno ormai passato, che va e andrà studiato. Con molti leghisti ho ottimi rapporti. Alcuni sono persone per bene, bravi, capaci, intelligenti. Poi però sono arrivati i pirla. Che hanno letteralmente sputtanato un progetto politico costruito in trent’anni da un signore che si chiama Umberto Bossi. Un personaggio un po’ pazzo e un po’ cialtrone. Aveva creato oltre a un partito politico ideologico anche una marea di simboli, di riti. Insomma era un gran lavoro. Uno dei manifesti più belli della Lega Nord, per le istanze del movimento, e più simbolico e rappresentativo era proprio quello in difesa degli indiani d’america. Oggi il felpato in ruspa è riuscito a sputtanare anche questo. E a me spiace molto. Per tutti gli amici leghisti, in particolare. E per chi quel partito, quei riti, quei simboli, non li viveva solo come tramite per ottenere qualcosa ma piuttosto come una missione, una visione, una emozione. 

Stamani Il Fatto ha pubblicato una battuta di Spinoza: “Salvini: ‘Capisco chi vuole un ritorno di Mussolini’. Già al ‘capisco’ era chiaro che diceva una stronzata”. Ecco. Non ce la fa. Liberatevene, amici leghisti. Tenevi la vostra storia, con le mutande verdi, i diamanti in tanzania, con tutto. Ma almeno è la vostra cazzo di storia.

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