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La differenza che passa dall’essere (neo)leghista o padano

padania inquinata

di ROBERTO PISANI – Da quando la Lega Nord alla fine degli anni 80 iniziò a parlare di  questione settentrionale si aprì un dibattito politico molto importante. Infatti era la prima volta che la parte produttiva ed economicamente trainante del paese alzava la testa, spinta anche dalla crisi economica post tangentopoli che aveva, di fatto, si scovato il giro di corruzione  che era celato dietro ai partiti e al loro finanziamento, però come  conseguenza aveva bloccato tutti gli appalti e di conseguenza tutta l’economia nazionale.

Si iniziò in seguito a parlare di indipendenza del nord, di Padania, di secessione, portandosi dietro una scia di polemiche e di domande. Per i detrattori si trattava solo di una boutade politica di Bossi, che l’Italia era unica ed indivisibile, che la Lega Nord cavalcava il malcontento delle regioni settentrionali per accaparrarsi voti e potere.
Accusavano l’allora segretario federale e leader indiscusso del partito di sparare su Roma ladrona mentre si intascava il lauto stipendio da parlamentare: contesti Roma, vuoi la secessione, però hai le tasche piene di soldi romani.
Ma la questione settentrionale esiste veramente? E la Padania? Siamo veramente dei popoli diversi per storia, cultura, tradizioni, uniti forzatamente al solo scopo di creare una nazione che non ha un’identità comune da nord a sud?
Credo che sia impossibile rispondere con esattezza a queste domande perché chiunque avrà la sua teoria basata su tesi più o meno credibili, convinto di avere la verità in tasca. Una cosa è certa: tra nord e sud vi è una grossa differenza economica, identitaria, culturale.
Bossi lo intuì e andò oltre: capì che la politica non bastava per arrivare ad una indipendenza del nord e spinse i suoi collaboratori a percorrere strade parallele.Fu allora che presero vita le associazioni padane che avevano lo scopo di risvegliare nelle persone una coscienza identitaria fondata sulle tradizioni, sulle lingue, sulla cultura, nel tentativo di avvicinare anche chi non era interessato alla politica. Volle riunire tutti i padani sotto un’unica bandiera, un unico inno, un’unica coscienza territoriale, come ci insegnano quelle nazioni che da sempre lottano per la loro indipendenza, quali la Catalogna, la Scozia ecc. Non basta la politica per arrivare all’indipendenza. Bossi lo capì e ci provò.
Questa è la strada da percorrere: risvegliare in ognuno nelle persone l’identità padana, perché noi siamo padani. E la politica qua non può fare nulla perché anche chi non la pensa come noi è padano, non leghista ma padano!
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