rassegna stampa
di Lidia Baratta – «Da oggi inizia la campagna elettorale, grande e impegnativa». E avrà al centro il lavoro. Lo ha ripetuto più volte Susanna Camusso, segretario generale di Cgil, nella conferenza stampa convocata dopo la decisione della Consulta della ammissibilità di soli due dei tre quesiti referendari proposti. Tant’è che il sindacato di Corso d’Italia, a pochi minuti dalla sentenza, ha già presentato i manifesti: “Libera il lavoro. Con 2 sì. Tutta un’altra Italia”, dice lo slogan. «Erano già pronti anche quelli con i 3 sì», ha assicurato Camusso, più che mai pronta ad andare alla guerra con il governo. Sia sui quesiti ritenuti ammissibili, quelli su voucher e appalti. Sia sul quesito ritenuto inammissibile dalla Corte costituzionale, quello sul ripristino dell’articolo 18.
Comincia una battaglia, che sarà soprattutto politica, tra il governo e il principale sindacato italiano. Staremo a vedere se Camusso & co. riusciranno a convogliare il fronte dell’opposizione, da destra a sinistra, trasformando in fronte del sì quello che era il fronte del no al referendum costituzionale. «Questa primavera saremo chiamati a votare per il referendum che elimina la schiavitù dei voucher», ha già scritto Luigi Di Maio. «Sarà la spallata definitiva al Pd, a quel partito che ha massacrato i lavoratori più di qualunque altro e mentre lo faceva osava anche definirsi di sinistra!»
Il segretario della Cgil ha chiesto rinforzi agli altri sindacati confederali. E ha già annunciato di aver fissato nei prossimi giorni appuntamenti con i gruppi parlamentari di Forza Italia, Cinque stelle, Sinistra italiana, Gruppo Misto, Centro democratico e Riformisti italiani per incardinare la proposta di legge sulla Carta dei diritti universali del lavoro. Nell’elenco manca il gruppo del Pd.