LA BUROCRAZIA UE. Tre sedi e un esercito di strapagati con lo stipendio esentasse

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di ROMANO BRACALINI – Lavorare nelle istituzioni europee costituisce l’ambizione d’ogni burocrate che voglia far carriera col minimo sforzo e guadagnare molto. Superato il concorso – che si dice piuttosto severo -a un funzionario al primo incarico viene corrisposto uno stipendio di 4.300 euro al mese; chi raggiunge il grado di direttore generale arriva a guadagnare quasi quattro volte tanto: 16.000 euro al mese, cui vanno aggiunti altri benefici e indennità: ossia 170 euro di base al mese come assegno di famiglia.

Se poi il funzionario ha anche un figlio a carico ecco che riceve altri 372 euro al mese; se questo figlio va a scuola, il genitore ha diritto all’indennità scolastica: altri 252 euro. Indennità che continua ad essere percepita fino al ventiseiesimo anno di età dello studente. Per i figli di età inferiore a cinque anni, anche se non frequentano a tempo pieno una scuola primaria o secondaria, viene ugualmente corrisposta una indennità di 91 euro al mese.

C’è poi l’indennità di dislocazione per il funzionario che si trasferisca a Bruxelles con la famiglia: indennità che è pari al 16 per cento dello stipendio, e che comunque non può essere inferiore a 505 euro. In più c’è l’indennità di sistemazione, pari a due mesi dello stipendio, per compensare il disagio dei primi tempi. Del resto, Bruxelles ha fama di città noiosa; e il funzionario europeo deve trovarvi i conforti necessari. Così, non solo le spese di trasloco sono a carico della UE, ma sono coperte all’80 per cento le spese sanitarie e assicurative, estese alla famiglia, col diritto ai rimborsi spese per trasporti, alberghi, benzina.

Inoltre i funzionari europei (che sono circa 33.000) hanno facoltà di chiedere l’autorizzazione per lavorare a orario ridotto, che spetta di diritto a chi abbia un figlio di età minore ai nove anni o voglia seguire un corso di formazione supplementare.

Non ci si crederebbe, ma la UE funge da paradiso fiscale; infatti lo stipendio dei funzionari non è soggetto all’imposta sul reddito nazionale, ma è direttamente assoggettato all’imposta comunitaria, che viene riversata nel bilancio della UE. Ciò significa che gli “stipendi d’oro” dei funzionari Ue non sono soggetti agli stessi criteri di tassazione imposti a tutti gli altri cittadini europei. Come se non bastasse, le mini-tasse pagate alla UE sono altamente compensate dai molteplici benefit, indennità e vantaggi vari tutti rigorosamente esentasse.

Gli euroburocrati ai livelli più alti possono guadagnare fino al 15.000-18.000 euro al mese, hanno 24 giorni di ferie pagate, più sette giorni di festività e otto giorni di vacanza quando gli uffici comunitari sono chiusi per le feste vacanze di Natale e in estate. Ottengono licenze per malattia per un numero di giorni che è tre volte superiore alla media britannica, e due volte superiore alla media europea.

Tra gli sprechi della UE bisogna considerare poi le “spese per le missioni e gli spostamenti del personale nei tre luoghi di lavoro” e cioè Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo. Una volta al mese il Parlamento si trasferisce a Strasburgo. Il Parlamento europeo è l’unica istituzione elettiva al mondo ad avere sedi in diverse città dell’Unione: appunto Bruxelles e Strasburgo ma anche Lussemburgo, dove ha sede il Segretariato Generale. Strasburgo,capitale dell’Alsazia, è stata a lungo la città simbolo della rivalità franco-tedesca, a cominciare dalla guerra franco-prussiana del 1870-71.

Oggi è assurta a simbolo della riconciliazione tra le due nazioni confinanti. Nel 1951 venne scelta come sede dell’Assemblea Parlamentare della CEE. Veramente nelle intenzioni, le istituzioni della CEE, compreso il Parlamento, avrebbero dovuto avere sede a Bruxelles, che nell’Europa postbellica aveva carattere più neutrale; ma con un compromesso tra Paesi fondatori si giunse alla decisione che anche Strasburgo dovesse avere un ruolo importante, per non deludere i desideri della Francia, che questioni di prestigio nazionale a parte, non aveva voluto rinunciare ai privilegi che il Parlamento comportava per l’economia e il turismo della città e del territorio alsaziano.

Nei 435 chilometri che separano le due città, si spostano circa 5.000 persone tra deputati, assistenti, personale amministrativo, interpreti, autisti, uscieri, e persino un addetto alle chiavi degli uffici, che avrebbero potuto svolgere il loro lavoro a Bruxelles senza un ulteriore aggravio di spese. La sede di Strasburgo viene utilizzata solo per 42 giorni all’anno. I costi annuali di questa molteplice dislocazione geografica dell’Europarlamento sono compresi tra i 156 e i 204 milioni di euro.

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