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Italia, Paese in avanzato stato di sfacelo

italia_piccodi LUIGI LOMBARDI CERRI – Non sono un etnologo e nemmeno un etologo, ma solo un normale cittadino che mette in fila le osservazioni e ci medita sopra.

Eccone alcune.

1.-L’italiano non è un popolo (non è stato e non lo sarà mai), ma un insieme di popolazioni diversissime che proprio per questo non hanno mai sviluppato un senso civico comune (comune all’intero stivale).

E’ rimasta infatti quello che era: l’Italia dei Comuni ( epoca peraltro bellissima).

La quasi identità della lingua (identità si fa per dire, basta sentir parlare certi personaggi cosiddetti acculturati) non vuol dir assolutamente niente, come se la comunanza della lingua spagnola volesse dire: unica nazione e Stato per il Centro ed il Sud America e per le Filippine.

2.-L’Italia è un paese in cui a chi governa interessa solo fare gli affari propri e del bene comune non importa un fico secco.

Anche perché essendo la stragrande maggioranza dei politici e di burocrati meridionali il “bene comune “ se a loro dovesse interessare sarebbe semmai l’esclusivo bene del Sud.

3.-Moltissimi cittadini (direi quasi la maggioranza) non contando mai su se stessi (come collettivo) contano e tifano sempre per altri.

Vedi il tifo per l’URSS, vedi il tifo per l’USA e per tanti altri, nella speranza che quelli per cui tifano risolvano SPASSIONATAMENTE (sic!) i problemi dell’Italia.

Se arrivassero i marziani, sono convinto che il giorno stesso dell’arrivo gli italioti tiferebbero per Marte.

4.-L’Italia “patria di navigatori, di Santi , di martiri e di eroi”, ma ,sopratutto, dico io, di figli di….,

ha generato e genera filosofi di comodo i quali abbracciano una certa filosofia solo per dimostrare di essere “sapienti IN” e poi la tagliano e l’aggiustano secondo i propri intendimenti.

5.- In tutti i dibattiti, nazionali ed internazionali, hanno sempre ragione gli altri.

Per i marò: ha ragione l’India

Per gli israeliani: hanno ragione gli islamici

Per l’invasione: hanno ragione gli extracomunitari anche se clandestini.

Per l’invasione: hanno ragione gli invasori.

Così come avevano ragione i tedeschi, quando erano in Italia, e ragione gli anglo americani quando hanno preso il posto dei germanici.

6.-Viene applicata costantemente “La  teoria dello stupido che non è riuscito ad avere successo”

Lo stupido che non riesce ad avere successo sceglie e sostiene un argomento avversato dalla stragrande maggioranza dei cittadini. A questo punto alcune decine di imbecilli che gli diano ragione li trova sempre. Inizia la polemica ed il gioco per ottenere una notorietà sia pure temporale è fatto.

7.-Tutti reagiscono alle invasioni, gli italiani no.

Gli italiani, come complesso non hanno mai avversato gli invasori.

Solo Genova con Balilla, Milano con le 5 giornate, Brescia con le 10 giornate, Venezia con la resistenza (combattuta aspramente) agli austriaci.

Napoli dopo che l’ultimo panzer tedesco era uscito sconfitto dagli alleati si è affacciata dietro un ben riparato spigolo di casa e ha fatto il terribile segno dell’ombrello, accompagnato dall’immancabile pernacchia.

Inventando così le “famose” 4 giornate di Napoli.

8.-Esaltare i meriti propri, inventando termini favorevoli anche quando si perde come il titolo di”vicecampione” quando si perde nella lotta per il primato.

E attribuire sempre agli altri i demeriti.

La colpa dello sporco non è mai dei napoletani , anche quando accettano la spazzatura altrui a patto di essere pagati.

9.-Detestare forza e armi

Allo scopo di apparire come “piume dell’agnolo Gabriello” blaterano di detestare violenza e armi, salvo poi uccidere come tutti gli altri se non di più.

Frequentano assiduamente Criesa e Sacramenti, per poi inventare pie associazioni come Camorra, Mafia, n’drangheta, Sacra corona unita ed esportarle al Nord Italia  e in tutti i paesi,  USA in testa, bisognosi della loro opera di beneficenza.

Ed hanno pure la sfacciataggine di dire che la Mafia esiste anche al di fuori del Sud.

Basterebbe chiedere la carta d’identità ad ogni mafioso catturato per vedere la consistenza del “di fuori”.

10.-Dare lo stesso peso ai fatti e alle parole. Perché i fatti costano fatica e impegno. Le parole no ed in ogni momento possono essere “fraintese” .

Tutte queste doti, ed altre ancora, sono sparse per tutto lo stivale in maniera fortemente a macchia di leopardo.

E serve a dimostrare che sino a quando non ci sarà la disintegrazione totale dello Stato non si curerà le malattia.

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