Italia, Paese ancora da cui scappare. Le denuncia dei vescovi e i giovani sempre più in fuga

di Tiberio Gracco – L’Italia è un Paese che piace solo ai politici che siedono a Roma. Hanno raggiunto l’obiettivo, tutto il resto può morire.

Lo si vede dai dati della disoccupazione, dalla crisi sociale, dalle riforme inesistenti, dalla burocrazia ottusa e impunita che regola questa dittatura democratica.

I giovani se ne vanno. L’altro giorno ero in un centro di una grande catena di mobili. L’addetta vendita era una laureata in canto lirico. Vende cucine, scaffali, armadi. L’arte è dimenticata, la cultura non conta per lavorare. La meritocrazia è poi aliena. Anche i vescovi italiani dicono la loro. La preoccupazione della Cei è rivolta anche al mondo dei giovani. “Per molti – dice il presidente dei Vescovi cardinale Gualtiero BASSETTI aprendo i lavori della 75esima Assemblea generale straordinaria- è andata affievolendosi proprio la speranza. Ogni anno in Italia in migliaia fanno le valigie per cercare fortuna altrove. Molti stentano a trovare lavoro qui oppure sono demotivati a tal punto da rinunciare a cercare un’occupazione o a studiare per raggiungerla”.

Da qui il monito: “Non possiamo assistere a una situazione sociale e ambientale che rischia di tarpare le ali ai nostri ragazzi e di impoverire molti territori, destinati a spegnersi senza un ricambio generazionale! L’auspicio è che i temi affrontati a Taranto siano oggetto di approfondimento e diventino occasione per fare scelte concrete anche a livello ecclesiale; possano essere, allo stesso tempo, una speranza per alcuni territori dell’Italia, particolarmente provati”.

La politica che risposte dà? La scuola quante risorse ha? Il lavoro esiste, dignitoso e retribuito così da poter avere un futuro?

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